Perchè costa così poco?

Aperto da max power, 03 Gennaio 2024, 17:23:15

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max power

Ciao a tutti,
leggendo quà e là in merito al noto Quansheng UV-K5 e K6, mi sembra che il tema non sia ancora stato affrontato.

Vengo subito al dunque: COME FA A COSTARE COSI POCO?

L'ho acquistato anche io, daltronde, come si può non acquistarlo? E' una radio che messa a confronto con le blasonate non ha nulla (apparentemente) da invidiare, 10 anni fa una analoga Yaesu sarebbe costata centinaia di euro, come tutti noi sappiamo.

Hanno messo sul mercato un apparato che è il desiderio di qualsiasi radioamatore smanettone. Mai nessuno si sarebbe sognato di poter fare CW/SSB in 144 con un portatile da qualche euro (con i suoi limiti ovviamente, ma è per fomentare).

Io lo pagai 30 euro su e*ay, mi sono sentito un pi**a quando vari colleghi lo pagarono 4.99 euro o addirittura gratis su altre piattaforme cinesi.
Ma come è possibile? Ok, sicuramente sarà un singolo circuito integrato di produzione massiva, sicuramente un'efficienza di produzione straordinaria, sicuramente la manodopera cinese che costa 1/10 della nostra, sicuramente TUTTO, ma continuo a chiedermi: come è possibile che continuino a vendere tonnellate di portatili a prezzi dove - e credo di non dire fesserie vista la palese situazione - sicuramente non ci stanno guadagnando nulla o quasi?

Ammettiamo che ci stiano guadagnando. Molti colleghi dal nuovo sito "T*MU" dicono di riceverlo gratis, altri a 4 euro e rotti dove nemmeno il costo della batteria o spedizione a mio avviso possono essere recuperati dall'azienda che lo vende. Onestamente non capisco, cosa sfugge? Nessun altro si chiede il perchè?

Concludo solamente dicendo che non è mia intenzione cercare un problema dove non esiste (vista l'allegra situazione per noi radioamatori), contemporaneamente, non ho mai visto regalare niente a nessuno.

Un saluto cordiale, 73


._.. .. .._. .


rylassato

Su Aliexpress adesso costa a partire da 18 euro, sono stato uno dei primi a prenderlo l'anno scorso a 30 euro, semplicemente fanno economia di scala e questi componenti in Cina costano un nulla soprattutto su volumi enormi.. considera poi che il costo della manodopera in quei paesi praticamente non esiste, e metti anche che guadagnano più col volume che con la singola radio.. soprattutto perché quelli della Quansheng stanno prendendo una bella fetta di mercato
Forse, se qualcuno l'ha presa a 5 euro o gratis, è perché su questi siti fanno offerte e sconti particolari se si prendono altre cose..

r5000

#2
73 a tutti, sul perchè vendono a poco ci possiamo scrivere un libro, il primo motivo è che ai cinesi costa poco produrli, non esiste manodopera, controllo qualità, tasse ecologiche e altri costi che siamo abituati a vedere nelle nostre fabbriche, questi oggetti molto probabilmente vengono presi in mano la prima volta da chi apre la scatola, la produzione è del tutto simile ai telefonini, computer ecc... e se aggiungiamo anche che il basso prezzo permette di comprare più apparati "tanto costano poco", sui grandi numeri la produzione costa sempre meno, di solito si pensa che gli apparati radioamatoriali sono per un piccolo gruppo di utilizzatori ma queste radio non sono pensate per i soli radioamatori ma per chi usa la radio in cantiere ecc... e il basso costo "usa e getta" è il modo migliore per vendere tanto, i componenti se poi non si paga la ricerca sono quasi gratis, il costo della produzione è una minima parte del costo di un componente, i macchinari per produrre i chip ne sfornano diversi kg al minuto,  la scheda che c'è dentro alla radio pesa pochi grammi e gran parte è plastica e resina, il silicio vero e propio è minimo... poi c'è la politica commerciale, sconti e offerte per togliere quote di mercato ai concorrenti e non importa se sono cinesi pure loro, la concorrenza non fà distinzione, è forse l'unica regola nel commercio cinese...
ps: se cercate un duplexer o altro filtro che và tarato singolarmente vedrete che il prezzo è allineato con il resto del mondo perchè serve per forza un tecnico per la taratura, e anche se pagato poco è sempre molto di più che costruire un'rtx completo senza taratura...
non dare da mangiare al troll    https://www.rogerk.net/forum/index.php?msg=858599

sirbone

sempre i soliti pregiudizi?
come fa a non pagare la ricerca il paese che vede il più alto numero di ingegneri laurearsi ogni anno?
e la taratura? l'apparato di cui si parla è certificato FCC: o hanno trovato una formula magica per non tarare gli apparati oppure hanno automatizzato anche quella, altrimenti la certificazione se la scordano.
la considerazione sulle paghe basse, scritta nel paese OCSE che vede i redditi reali da lavoro dipendente in discesa continua dal 1992, è abbastanza paradossale.
il sistema cinese funziona in modo analogo al nostro "miracolo economico": forte impegno finanziario dello stato, tanta manodopera a basso costo, frazionamento della produzione in subfornitori anche piccolissimi.
oramai ci sono prodotti che vengono progettati e costruiti "verticalmente" in Cina, senza alcun intervento di tecnologia occidentale, e prodotti che vengono fabbricati solo in Cina.
il grande alleato in questa conquista del mercato sono stati gli USA: la completa deregolazione del mercato finanziario degli anni '80 e '90 ha portato alla ricerca di manodopera a costo sempre più basso per avere margini sempre più elevati; prima di risvegliarsi bruscamente qualche anno fa, le aziende statunitensi hanno delocalizzato, in Cina ovviamente, anche i centri di progettazione tecnica per ridurre i costi, a questo serve la gestione finanziaria e non c'è complotto.
peccato che la vista a trimestri delle gestioni finanziarie occidentali non abbia alcuna percezione delle prospettive millenarie cinesi: oggi ci prendiamo a radio sottocosto, ma domani, potrebbere anche essere un domnai relativamente lontano negli anni, se per caso ce ne servisse un'altra la potremo comprare solo da loro.


r5000

73 a tutti, nessun pregiudizio, è realtà,  una scheda del genere non vede intervento umano da quando i componenti sono nei Nastri all'apparato finito nella scatola, certamente la manodopera è presente per allestire i macchinari ma è spalmata su tutti i prodotti, la ricerca è a monte dove costruiscono i chip e per il software di programmazione ma anche lì una volta fatto il software il costo viene spalmato su tutti i prodotti, dimentichiamoci le operaie che saldavano le schede negli anni 60, è tutto automatizzato, per arrivare a vendere a pochi euro un telefonino o un rtx non ci sono operai in nessuna fase di lavorazione...
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rylassato

La Cina ormai non è più vista da tempo ormai, come sinonimo di prodotti di bassa qualità. Per tutta una serie di motivi che ha giustamente evidenziato sirbone.
Questa radio è sì assurdamente di qualità per il prezzo proposto, ma c'è da dire che ha componenti ultra testati nel tempo, non parliamo di chip cpu di ultima generazione dove i componenti sono così d'avanguardia che su 10 stampati ne escono buoni 2...
Se vengono venduti display per telefonini a 10 euro spediti, pensa in fabbrica quanto possa costare a volumi industriali un lcd monocromatico a bassa risoluzione


r5000

73 a tutti, nel mio post non è stata allegata questa foto, https://github.com/Tunas1337/UV-K5-Modded-Firmwares/discussions/24 , di fatto non esiste nessun trimmer o bobina regolabile, la costruzione è automatizzata al 100% quindi il costo è ridotto al minimo possibile, i connettori ecc... sono "comuni" cioè utilizzano componenti di uso comune quando ad esempio Icom ecc... utilizzano prese personalizzate che nel caso di sostituzione serve il ricambio originale o compatibile fatto apposta per quel modello, per questa radio invece non hanno previsto componenti dedicati ma comuni dal costo più basso possibile, è una scelta commerciale valida per grandi numeri, magari se non sicuramente meno affidabile ma è giustificata dalla scelta commerciale, non sono radio da usare decenni ma costruite per durare quanto basta per venderne un'altra e questo discorso vale ormai per quasi tutti gli elettrodomestici, dai telefonini ai frigoriferi, i beni durevoli hanno smesso di produrli già da qualche anno...  anche le radio di marca purtroppo seguono questo criterio e sono convinto che l'icom 705 appena comprato durerà meno dell'icom 706 che ho da 25 anni, poi c'è il discorso controllo qualità sui materiali e i componenti utilizzati per queste radio che sono uguali ai telefonini, tablet ecc... se guardiamo il prezzo delle batterie al litio costano di più della scheda madre telecamere comprese, per assurdo  una batteria di qualità mi costa di più dell'intera scheda e se guardiamo ai display oled si capisce quanto ricarico c'è su un iphone che nel prezzo paga la ricerca e i macchinari per costruirlo ma poi i ricambi originali o compatibili (difficilissimo distinguere quelli originali da quelli buoni...) costano pochissimo tanto da non incidere sui costi di riparazione, diventa solo una questione di manodopera (almeno fino a quando serve un tecnico umano per eseguire la riparazione) e il prezzo del ricambio passa in secondo piano, con queste radio è lo stesso, costano tanto poco che non ha senso la riparazione perchè costa di più la manodopera per aprire e chiudere la radio del display rotto o della presa d'alimentazione che poi sono i difetti più comuni in questi apparati se non cadono in acqua...
non dare da mangiare al troll    https://www.rogerk.net/forum/index.php?msg=858599


MauroZona3

Buongiorno, diciamo che costa veramente poco, secondo me e' anche di buona fattura, ottimo audio e ottima modulazione, ne ho presi due unUV-K5(8) a 18 euro spedito e un UV-5R PLUS a 13 euro, entramdi su Aliexpress e arrivati in 9 giorni. C'e' da dire che il prezzo si intende spedito compresa l'IVA.Il UV-5R ha la batteria da 2200mA l'ho lasciato col firmware originale, il UV-K5 l'ho moddato con il firmware firmware_IJV_V2.7.bin ma non ho ancora fatto prove sto vedendo i vari menu' e settaggi.
Secondo me e' un buon prodotto.
73
P.S. i prezzi su TEMU non li ho capiti, non ho ancora ordinato nulla.

max power

Ciao,
grazie a tutti per le risposte e i contributi.

Si può dire che mi avete convinto sul fatto che è ragionevole che possa costare così poco, per quanto comunque riterrò sempre molto poco.

Forse siamo anche sempre stati abituati a pagare molto oggetti che facevano essenzialmente le stesse cose e, ora, pagandoli queste cifre risulta fuorviante.

Un'altra questione ascoltata in TV in questi giorni è che, ad esempio per le auto elettriche, lo stato Cinese sovvenziona le case automobilistiche in modo che queste possano vendere a prezzi bassissimi, sbaragliando così il mercato.
Non vorrei che questa tecnica venisse usata dalla Cina in tutti i settori, alla fine, dove l'importante oggi come oggi(visto come investimento a lungo termine) è essere estremamente competitiva in ogni campo, basti pensare che ormai producono dagli oggetti più comuni a quelli meno comuni.

Un esempio tanto sciocco quanto lampante è proprio nel caso radioamatoriale: Quansheng a parte, chi glie lo fa fare nel produrre anche tasti telegrafici, ad esempio? Questi oggetti interessano esclusivamente una minoranza di radioamatori, categoria di persone nel mondo già estremamente rara! Telegrafisti ancor di più.
Eppure la Cina ha investito nel realizzare tasti telegrafici di qualità discreta anche per questa minoranza.
Tutto questo per dire che sembra davvero che voglia competere in tutto, ad ogni costo.


Mi fermo con le considerazioni, un grazie a tutti ancora per il vostro contributo. 73
._.. .. .._. .


sirbone

Mettila così: se hai dovuto subire una guerra per accettare il traffico d'oppio, un po' di voglia di rivalsa forse ce l'hai...

Citazione di: max power il 05 Gennaio 2024, 15:38:22Tutto questo per dire che sembra davvero che voglia competere in tutto, ad ogni costo.


r5000

73 a tutti, sul discorso sovvenzioni e aiuti di stato è sicuro come è sicuro che anche nel resto del mondo i governanti cercano di favorire lo sviluppo e benessere collettivo ma tra dire e fare c'è di mezzo il mare e spesso  le scelte politiche influenzano nel bene e nel male lo sviluppo e in questa fase storica la cina è molto attiva, non si può dire altrettanto per altri governanti ma non voglio andare OT quindi tornando agli apparati che sfornano in continuazione sono costruiti tutti con lo stesso metodo, catena di montaggio automatizzata, componenti di derivazione telefonica (quindi enormi quantitativi) e utilizzo degli stessi macchinari riduce i costi, se la stessa radio fosse costruita in italia costerebbe di più per l'energia necessaria e i vincoli di sicurezza che hanno costi ben maggiori ma non per la manodopera perchè non serve per fare questi prodotti, non a caso tutto è cominciato quando i produttori americani e europei hanno delocalizzato le fabbriche e in cina hanno trovato la volontà politica di inquinare il territorio pur di produrre conto terzi a prezzi appetibili, ora i cinesi hanno quasi la totalità della produzione elettronica, ecc... restano solo piccole nicchie di importanza strategica ma sul consumer possono fare di tutto, ormai vedo solo elettrodomestici made in cina anche se c'è scritto made in italy ecc... il giorno che decideranno di alzare i prezzi non ci saranno concorrenti, secondo me non lo fanno ancora perchè vorrebbe dire avere eccedenza di produzione e per come è impostata la produzione cinese non gli conviene ma niente dura in eterno e anche se i cinesi hanno 5000 anni di storia la globalizzazione è roba di pochi anni,  nel mio piccolo ho visto aumentare gli stessi componenti che compravo 5 anni fà ben più delle tasse che hanno aggiunto ultimamente, quello che costava 1€ ora ne costa 2 e non solo il 20% in più, piano piano se si adeguano alle regole restrittive per l'inquinamento e salute i prezzi aumentano a meno che producono ancora più quantità e questi costi si splamano sulla quantità...
non dare da mangiare al troll    https://www.rogerk.net/forum/index.php?msg=858599

1vr005

Citazione di: r5000 il 05 Gennaio 2024, 22:29:00ormai vedo solo elettrodomestici made in cina anche se c'è scritto made in italy ecc... il giorno che decideranno di alzare i prezzi non ci saranno concorrenti
Quella è proprio la logica del dumping: vendo a prezzi stracciati - magari con il sostegno del mio stato che mi permette di lavorare al limite della perdita o in piena perdita sostenendomi in qualche modo - per fare piazza pulita dei concorrenti, e quando sono monopolista posso rialzare a piacimento i prezzi perché prima che nascano nuovi concorrenti ci vorranno anni (se mai riusciranno a riorganizzarsi). Ma abbiamo goduto anche noi di cose simili, ad esempio con il lancio del Nordest con i benefici post-Vajont.
A ogni modo, pur andando un po' OT, questo è interessante. Mi chiedo come fanno. In teoria per apporre il marchio made in Italy ci dovrebbero essere fasi sostanziali della produzione svolte in Italia e/o parti sostanziali del materiale di origine italiana, ma più o meno abbiamo visto tutti o a tutti noi è stato raccontato da chi ci ha lavorato e lo ha fatto di persona di camionate intere di prodotti made in Cina finiti che arrivano quotidianamente e ripartono col marchio made in Italy. In certi settori arriva il 100% di componenti e parti fatti in Cina e il mero assemblaggio e aggiustamento fatto in Italia pare giustificare il marchio made in Italy, ma a quanto leggo questo non dovrebbe essere possibile.
https://www.laleggepertutti.it/285707_il-marchio-made-in-italy-chi-puo-usarlo-e-quando#Made_in_Italy_e_marchio_di_origine_o_di_provenienza
Conosco anche casi di aziende nostrane che fanno praticamente tutto in Cina, assemblano in Italia, e usano aziende terziste nei paraggi del proprio stabilimento come fornitore di qualche parte al mero scopo di poter etichettare made in Italy.
Mi risulta invece che la mera apposizione della targhetta "made in Italy" non sia accettata come fase di lavorazione che giustifica il titolo di made in Italy come avrebbero voluto a suo tempo molti industriali italiani. E meno male che non gliel'hanno consentito. [emoji1]

sirbone

era uno degli esempi che avevo tenuto presente, come la ricostruzione post-terremoto in Friuli del 1973; anche se nello specifico sono tra gli esempi più virtuosi, perché hanno visto lo stato impegnarsi finanziariamente direttamente.
come altri esempi che ho conosciuto ci sono i distretti industriali del centro e sud Italia, ora quasi tutti ridotti o in grossa crisi, nati per l'intraprendenza e la creatività di piccoli gruppi e cresciuti grazie al laissez-faire dello stato: niente permessi, niente controlli, niente tasse; produzione flessibile e legata ai cicli stagionali dell'agricoltura mezzadrile o del piccolo fondo; ricorso ossessivo al terzismo e al lavoro a domicilio con necessario e susseguente sottoimpiego di donne, anziani e bambini.
per dire, fino agli anni '80, almeno, i cinesi eravamo noi.
non facevamo prodotti elettronici, ma tutto il resto, purché fosse manifattura, lo vendevamo al mondo.

Citazione di: 1vr005 il 06 Gennaio 2024, 09:07:13Ma abbiamo goduto anche noi di cose simili, ad esempio con il lancio del Nordest con i benefici post-Vajont.


aquiladellanotte

Citazione di: 1vr005 il 06 Gennaio 2024, 09:07:13Quella è proprio la logica del dumping: vendo a prezzi stracciati - magari con il sostegno del mio stato che mi permette di lavorare al limite della perdita o in piena perdita sostenendomi in qualche modo - per fare piazza pulita dei concorrenti, e quando sono monopolista posso rialzare a piacimento i prezzi perché prima che nascano nuovi concorrenti ci vorranno anni (se mai riusciranno a riorganizzarsi). Ma abbiamo goduto anche noi di cose simili, ad esempio con il lancio del Nordest con i benefici post-Vajont.
A ogni modo, pur andando un po' OT, questo è interessante. Mi chiedo come fanno. In teoria per apporre il marchio made in Italy ci dovrebbero essere fasi sostanziali della produzione svolte in Italia e/o parti sostanziali del materiale di origine italiana, ma più o meno abbiamo visto tutti o a tutti noi è stato raccontato da chi ci ha lavorato e lo ha fatto di persona di camionate intere di prodotti made in Cina finiti che arrivano quotidianamente e ripartono col marchio made in Italy. In certi settori arriva il 100% di componenti e parti fatti in Cina e il mero assemblaggio e aggiustamento fatto in Italia pare giustificare il marchio made in Italy, ma a quanto leggo questo non dovrebbe essere possibile.
https://www.laleggepertutti.it/285707_il-marchio-made-in-italy-chi-puo-usarlo-e-quando#Made_in_Italy_e_marchio_di_origine_o_di_provenienza
Conosco anche casi di aziende nostrane che fanno praticamente tutto in Cina, assemblano in Italia, e usano aziende terziste nei paraggi del proprio stabilimento come fornitore di qualche parte al mero scopo di poter etichettare made in Italy.
Mi risulta invece che la mera apposizione della targhetta "made in Italy" non sia accettata come fase di lavorazione che giustifica il titolo di made in Italy come avrebbero voluto a suo tempo molti industriali italiani. E meno male che non gliel'hanno consentito. [emoji1]
Invece è possibile, potenzialmente, al 100%.

Devi considerare il sistema della classificazione doganale e le regole associate.

Immagina, ad esempio, se sei un'azienda che vuole produrre telefonini che, avranno, come codice doganale 851711.

Acquisti dalla Cina degli schermi, la main board, microfono etc, ognuno con il proprio codice.  Se, quindi, si controlla la regola doganale, risulterà che sarà sufficiente la variazione in toto o di una parte dei codici per giustificare la trasformazione sostanziale (il secondo principio che regola queste regole è il valore aggiunto economico).

Provo a fare un esempio con il settore alimentare, che è regolato similmente.

Immagina di essere un'azienda che produce merendine. Acquisti farina estera, uova estere, burro estero etc...il prodotto finale potrà essere etichettato come italiano, anche se è obbligatorio (solo per gli alimenti) riportare l'origine dell'ingrediente principale.

Spero di essere stato chiaro.


inviato SM-A336B using rogerKapp mobile

aquila della notte 1adn089