Curiosità e primati da tutto il mondo.

Aperto da tulipano, 28 Agosto 2007, 11:12:25

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Neutrini e velocità della luce: la ricerca ottiene nuove conferme

L'Aquila, 18 nov 2011 - Continua e rafforza le sue tesi la ricerca sulla velocità dei neutrini. Un passo in avanti importante, ma per avere la conferma definitiva che i neutrini sono più veloci della luce ci vorranno ancora tempo e risultati raccolti in modo indipendente da altri gruppi di ricerca: la prudenza è d'obbligo per il fisico Antonio Ereditato, che coordina la collaborazione internazionale Opera nell'ambito dell'esperimento Cngs (Cern Neutrino to Gran Sasso). I dati rilevati nel settembre scorso avevano sollevato clamore in tutto il mondo, facendo tremare una delle colonne portanti della fisica contemporanea, ossia l'impossibilità di superare la velocità della luce. Un risultato, ha detto Ereditato all'Ansa, «dello sforzo collettivo di Opera e di una forte collaborazione con il Cern». Uno sforzo congiunto così efficace, aggiunge, che «siamo riusciti a realizzare un secondo fascio di neutrini in un tempo record: inizialmente lo avevamo previsto per il 2012, ma siamo riusciti a realizzarlo già quest'anno».

Le nuove misure, dice ancora Ereditato, «confermano quelle che avevamo già ottenuto in settembre, ma hanno una nuova definizione, che ci ha permesso di studiare i fasci di neutrini con un'ottima risoluzione», al punto che «già con soli 20 eventi abbiamo ottenuto una conferma significativa dei dati arrivati in settembre». E' stato un passo in avanti importante, grazie al quale «abbiamo cambiato qualcosa di sostanziale, che ci ha permesso di cancellare delle possibili sorgenti di errore».

La ricerca, naturalmente, è tutt'altro che conclusa: «Il risultato dovrà essere confermato con misure indipendenti». Quando alla collaborazione Opera, Ereditato aggiunge: «siamo sempre al lavoro, ma siamo contenti. Non abbiamo mai smesso di lavorare, continuiamo sempre e vogliamo andare fino in fondo per vedere se abbiamo sbagliato qualcosa». Nel frattempo si attendono i risultati degli esperimenti ai quali si lavora negli Stati Uniti. «Se anche dagli Usa arriveranno gli stessi risultati continueremo a cercare nuove conferme: la ricerca scientifica - conclude - ha sempre dei dubbi, la scienza non dà certezze».






Giusy Tulipano

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 Abbiamo parlato più volte del robot umanoide Asimo prodotto da Honda 12 anni fa, che a quanto pare sta compiendo passi da gigante: era già capace di servire il thé, di fare le scale, di camminare avanti e indietro e altro.

Ora il robot prodigio è diventato più autosufficiente rispetto al passato. La sua intelligenza artificiale gli consente infatti di prendere decisioni in modo autonomo in base all'ambiente circostante grazie all'integrazione di algoritmi di risposta predittiva.



Il piccolo umanoide ha fatto la cura dimagrante, e ora appare in una versione più snella che pesa solo 48 chilogrammi (6 chili in meno di prima). La nuova tecnologia di equilibrio gli è stata utile per correre più velocemente rispetto a prima (9 Km orari anziché 6), e per avere una stabilità sufficiente per saltellare e camminare su superfici irregolari. Inoltre, sfruttando le informazioni provenienti dai suoi sensori di spazio, riesce a evitare le persone e gli oggetti che incontra sul suo cammino.
Asimo è stato dotato di nuove mani, che gli offrono 23 gradi di libertà in più rispetto al modello precedente: ora ogni dito può muoversi in modo indipendente dagli altri e integra un sensore tattile e uno per la forza.

Il robot può, per esempio, svitare un thermos e versare il liquido in un bicchiere di carta senza stritolarlo e aprire le bottiglie. Inoltre, grazie alle nuove mani può comunicare con il linguaggio dei segni. Infine, Asimo può riconoscere le voci di più persone che parlano contemporaneamente grazie alla tecnologia integrata di riconoscimento facciale.




Giusy Tulipano

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CURIOSITA' – Viaggiare nello spazio...presto sarà possibile!
Marina8 giu 2011Società 289 VisiteSiete stanchi dei soliti viaggi? Avete girato il mondo dai Caraibi all'Alaska? Cosa aspettate a prenotare il prossimo viaggio nello spazio...disponibile dal 2013!


Fra poco più di due anni sarà possibile viaggiare nello spazio, certo non sarà alla portata di tutti visto che un giretto al di là dell'atmosfera terrestre costerà fino a 200 mila dollari! Sembra che le prenotazioni siano già diverse centinaia, gli aspiranti astronauti sono tutti miliardari, tra questi ricordiamo il celebre sviluppatore di videogiochi Richard Garriott e il finanziere Alan Walton che desidera festeggiare il suo 74° compleanno tra le stelle.


E' in via di costruzione lo Spaceport America in New Mexico, il primo spazioporto turistico al mondo, per i viaggi di lusso organizzati dalla compagnia Virgin Galactic del magnate britannico Sir Richard Branson, famoso per il suo Conrad Maldives Hotel alle Maldive sotto il mare delle Maldive. La compagnia di Branson ha già pensato a tutto, vicino allo spazioporto verrà costruito un hotel a cinque stelle per accogliere i fortunati turisti spaziali.


Spaceport America - New Mexico
Le persone nello spazio verranno trasportate con una piccola astronave - dotata di numerosi oblò per permettere una visione integrale dello spazio – e uno speciale aereo, che si chiama White Knight Two, in grado di trasportare la navicella fino a 50mila piedi. A quell'altezza l'astronave può effettuare il volo fino ai confini della nostra atmosfera, una volta raggiunta la gravità zero, i turisti spaziali possono sganciare le cinture e fluttuare liberamente all'interno dell'astronave.


White Knight Two - speciale aereo
A fine 2010 c'è stato il primo volo prova. La navicella, dopo essere decollata da una pista del Mojave Air and Space Port in California, è rimasta in aria per circa tre ore. Questi test permettono di controllare il grado di sicurezza della navicella e – se tutto andrà come previsto – entro il 2013 potrebbero esserci i primi viaggi nello spazio.

I turisti spaziali potranno soggiornare nel Galactic Suite, primo hotel nello spazio che sarà inaugurato nei prossimi anni.


Galactic Suite - primo hotel nello spazio



Galactic Suite - primo hotel nello spazio
Una stazione orbitale costituita da tre grossi pilastri uniti a una parte centrale dove i turisti alloggeranno  in abitazioni con vista sull'universo e potranno ammrare il sorgere del sole per ben 15 volte al giorno e compiendo 80 giri intorno al terra. Il business dei viaggi di lusso nello spazio non è l'unico progetto di Sir Branson, l'eccentrico miliardario ha finanziato anche la costruzione di un sottomarino per scoprire i fondali marini.


Nautilus Necker Nymph - sottomarino
Il Nautilus Necker Nymph – costato ben 600 mila dollari – sembra un aereo a tre posti ed infatti è stato costruito basandosi sulle soluzioni aerodinamiche dei caccia militari americani. Per Sir Branson il turismo del futuro dovrà essere tecnologicamente all'avanguardia ed ecologicamente corretto, infatti il Necker Nymph è dotato di motore elettrico, di un sistema che evita collisioni con i fondali marini e con le barriere coralline e luci soffuse per non disturbare la fauna marina.
Il costo della passeggiata marina è più accessibile rispetto alla 'scampagnata spaziale': per una settimana di immersione si paga circa 25 mila dollari! Anche in Italia il turismo nello spazio fa gola. Il tour operator Idee per Viaggiare e Your Private Italy – che ha l'esclusiva della commercializzazione dei viaggi spaziali nel nostro paese – hanno stipulato un accordo per la promozione e la divulgazione sul mercato italiano di Virgin Galactic.

Sono sei gli aspiranti astronauti italiani che, per 126 mila euro, hanno prenotato il loro viaggio nello spazio. La cifra comprende un'accurata visita da parte dei medici del centro aerospaziale, i test di forza g e forza centrifuga a cui tutti gli astronauti si sottopongono, la gita nello spazio e l'alloggio in un albergo a cinque stelle. Viaggiare nello spazio non è proprio una passeggiata per il fisico.

Infatti, nel viaggio verso le stelle il corpo è sottoposto ad un'accelerazione pari a tre volte la velocità del suono per almeno settanta secondi in fase di salita per poi provare di colpo l'assenza totale di gravità per cinque minuti e sperimentare nuovamente la forza g che nella fase di rientro arriva fino a sei volte la velocità del suono.
Ma non sarà meglio godere delle bellezze che la nostra cara e affaticata Terra ci offre...soprattutto a costi più contenuti!

Se volete prenotare on line una vacanza nello spazio: www.tripalertz.com


Read more: http://www.ondenews.it/societa/curiosita-viaggio-nello-spazio-presto-sara-possibile/5705/#ixzz1fdt1Bt7n













Giusy Tulipano

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 Satelliti fotovoltaici: l'energia solare arriverà dallo spazio

  16 novembre 2011   

Sono ormai molti anni che il solare e il fotovoltaico vengono studiati e testati per far sì che nuove innovazioni tecnologiche possano  rendere sempre più sostenibile la produzione di energia. Solo negli ultimi anni però sono stati fatti dei veri e propri passi da gigante e il futuro, a detta di alcuni scienziati americani, sarebbe ancora più roseo.

Si inizia a parlare della possibilità di inviare in orbita enormi satelliti in grado di raccogliere l'energia solare e rimandarla poi sulla terra per alimentare i bisogni energetici dell'intero pianeta. John Mankins è lo scienziato americano, ex collaboratore Nasa, che ha in mente questo ambizioso progetto in grado, a suo dire, di produrre energia pulita e di far fronte al 100% del fabbisogno energetico mondiale già dal 2041.

Il piano sarebbe quello di rilasciare in orbita sopra all'equatore un primo satellite, seguito da una serie di altri satelliti tutti di enorme larghezza (diverse miglia) e in grado di raccogliere la luce solare 24 ore al giorno. L'energia verrebbe poi convertita in elettricità e fatta tornare a terra tramite un sistema di antenne giganti o laser collegati alle reti elettriche di tutto il mondo.

Naturalmente il problema principale da affrontare per rendere fattibile il progetto è la necessità di un sostanzioso finanziamento. È stato stimato infatti un costo di decine di miliardi di dollari solo per poter installare i satelliti sopra l'equatore. Gli scienziati ritengono però il progetto di rilevanza così importante a livello internazionale che stanno già caldamente incoraggiando alcuni governi, agenzie, organizzazioni, università e donatori privati ​​a partecipare al finanziamento.


Per adesso partirà solamente un progetto pilota, opera dell'Artemis Innovation Management Solutions LLC, una società di consulenza della California che ha sottoscritto un contratto di 100mila dollari con la NASA per testare la tecnologia su piccola scala.




Giusy Tulipano

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SAn raffaele
Scoperto il Dna del super anticorpo : chi ce l'ha non si ammala mai di influenza
Lo studio su un uomo da sempre sano. L'obiettivo è sviluppare un vaccino universale fa fare una sola volta nella vita
SAn raffaele

Scoperto il Dna del super anticorpo : chi ce l'ha non si ammala mai di influenza

Lo studio su un uomo da sempre sano. L'obiettivo è sviluppare un vaccino universale fa fare una sola volta nella vita


MILANO - Professoresse onnipresenti in cattedra, mai un'assenza per malattia. Ma anche amici sempre «on the road», fra le invidie di un'intera comitiva stroncata dall'influenza. Inutile augurare malanni a certe persone. La loro invincibilità non è una questione di fortuna, ma di geni. A sostenerlo è uno studio pubblicato su PlosOne da un gruppo di ricercatori guidati da Massimo Clementi e Roberto Burioni, docenti di microbiologia e virologia presso il San Raffaele di Milano. Gli esperti hanno fatto la loro scoperta studiando il sistema immunitario «di un individuo che ricordava di non essere stato mai colpito dall'influenza nonostante un'intensa esposizione al virus».

IL SISTEMA IMMUNE - Secondo gli studiosi, «vi sono persone il cui sistema immune riesce ad attaccare il virus influenzale producendo un anticorpo estremamente potente. Coloro in grado di farlo sono pochi, ma grazie alla scoperta del "talento" di cui sono dotati, si apre ora la porta ad una nuova generazione di farmaci antinfluenzali e di vaccini in grado di stimolare proprio questi anticorpi "invincibili" anche in chi normalmente non ne produce». I ricercatori sono anche riusciti a clonare i geni che permettono di produrre questo anticorpo, «di una potenza finora sconosciuta. Questa molecola infatti, è in grado di neutralizzare quasi tutti i virus influenzali conosciuti che hanno colpito l'uomo negli ultimi 90 anni, a partire da quello dell'influenza spagnola del 1918 fino al recente ceppo pandemico di influenza suina apparso nel 2009. L'anticorpo inoltre è in grado di bloccare il virus dell'influenza aviaria del tipo H5, che tanto preoccupa per la sua patogenicità e per la sua tendenza ad adattarsi all'uomo». Non solo: «La scoperta potrebbe portare in futuro a un vaccino unico contro i virus influenzali da farsi una sola volta nella vita». «La sperimentazione clinica è imminente - annunciano da via Olgettina - e il farmaco così realizzato potrà essere somministrato ai pazienti più vulnerabili come bambini, anziani e malati, trasferendo loro passivamente la potenza protettiva dell'anticorpo».

6 dicembre 2011 | 16:36



Giusy Tulipano

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#680
 7  dicembre 2011
Un clic del Papa e a Gubbio
si accende l'albero più grande del mondo
Dalla sala Fosconi del Vaticano Benedetto XVI
ha usato un tablet per illuminare il monte Ingino
 
           


ROMA - Papa Benedetto XVI ha acceso questa sera l'Albero di Natale di Gubbio, il più grande del mondo, direttamente dalla Sala Foconi in Vaticano con un tablet pc collegato al quadro elettrico delle luci.

L'Albero, dal 1991 nel Guinnes dei primati con i suoi 750 metri di altezza per 450 di larghezza, è un insieme di 250 luci verdi che ne delineano la sagoma lungo le pendici del monte Ingino, sopra Gubbio. Oggi è stato acceso per la trentunesima volta consecutiva, come di consueto, alla vigilia dell'Immacolata.

Benedetto XVI si è augurato che il nostro sguardo, un po' come l'albero, «sappia tendere verso l'alto e rivolgersi a Dio, che mai ci dimentica» non fermandosi alle cose materiali. Il Pontefice ha invitato i fedeli a ricordarsi «che anche noi abbiamo bisogno di una luce che illumini il cammino della nostra vita e ci dia speranza, specialmente in questo tempo in cui sentiamo in modo particolare il peso delle difficoltà, dei problemi, delle sofferenze e un velo di tenebra sembra avvolgerci».






Giusy Tulipano

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tulipano

#681
L'albero galleggiante di Rio
In giro per il mondo ci sono tanti alberi di Natale bellissimi che vengono innalzati alcune settimane prima del 25 dicembre. Negli ultimi anni c'è la tendenza a costruirne di sempre più grandi.[...]



In giro per il mondo ci sono tanti alberi di Natale bellissimi che vengono innalzati alcune settimane prima del 25 dicembre. Negli ultimi anni c'è la tendenza a costruirne di sempre più grandi. Sono strutture in acciaio che possono superare anche i 50 metri, adornate di migliaia e migliaia luci colorate, molto più di quante possano decorare un albero vero. Uno dei più spettacolari si può vedere ogni anno a Rio de Janeiro.

Dal 1996, la città brasiliana, meta di milioni di turisti, ospita il più grande albero di Natale galleggiante del mondo, collocato nella Lagoa Rodrigo de Freitas. Installato su una piattaforma galleggiante e costruito per il tredicesimo anno consecutivo dalla società Bradesco Seguros e Previdência, quest'anno è stato acceso il 29 novembre. La cerimonia d'inaugurazione è diventata ormai il terzo più grande evento della città di Rio, dopo il Carnevale ed il Réveillon (Capodanno).

Quest'anno lo spettacolo di luci e colori è stato arricchito da un tocco musicale. Un carillon elettronico, importato dall'Italia, simile a quello della Basilica di San Pietro istallato dentro la struttura dell'albero, riproduce infatti canzoni natalizie registrate in Italia e suonate da campanari. Il tema principale si intitola "Una musica di pace per la famiglia brasiliana" ed è stato composto dai fratelli Marcos e Paulo Sérgio Valle. Altre musiche natalizie, tra le quali "Jingle Bells", vengono fatte risuonare dall'avanzato sistema di propagazione del suono del carillon ogni giorno dalle ore 20.00 alle 22.00.

Un'altra novità sono i fuochi d'artificio messi nelle lateralli e in cima l'albero, che permettono la realizzazione di uno spettacolo pirotecnico ogni sabato alle ore 21.00.

Secondo il Guinness Book of Records, è il "più grande Albero di Natale galleggiante del mondo". La prima volta che è stato creato, nel 1996, l'albero misurava 48 metri. E' stato poi allungato di anno in anno fino ad arrivare a un'altezza di 82 metri nell'edizione del 2006. La prima certificazione del Guinness World of Records si è avuta nel 1999, quando l'albero misurava 76 metri. La seconda certificazione è stata ottenuta grazie ai suoi 85 metri di altezza raggiunti nel 2007 e registrata dalla recente edizione del 2009 del Guinnes Book.






Giusy Tulipano

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Capodimonte - Accesa dai sommozzatori dei vigili del fuoco insieme ai sommozzatori della Protezione civile
La stella cometa illumina il presepe subacqueo








- E'’ stata accesa la stella cometa a Capodimonte (video), sul lago di Bolsena, che illumina il presepe subacqueo situato sotto la Rocca Farnese ed è stato installato circa 20 anni fa dai sommozzatori dei Vigili del fuoco di Viterbo.

Nell'’ambito di un’ esercitazione di immersione in notturna, i sommozzatori dei vigili del fuoco hanno partecipato, insieme ai sommozzatori della Protezione civile, all'’installazione e alla successiva accensione della stella cometa (lunga circa 25 metri) che illumina il presepe subacqueo, permettendo la visione notturna del presepe dall'’alto del belvedere detto “"Sentiero della luce”".

Il tutto si è svolto nello specchio di lago posto sotto la Rocca Farnese, alla presenza di molte persone, che hanno seguito l’'evento anche attraverso le immagini fornite dal Rov “Mercurio” (Remote  operative veicle), sistema filoguidato che può raggiungere la profondità di 300 metri e che viene utilizzato per le operazioni di ricerca e recupero a profondità superiore a 50 metri.

Il presepe è meta dei visitatori subacquei, che durante il periodo natalizio si immergono per raggiungere ed ammirare la rappresentazione della Natività.




Giusy Tulipano

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  3 dicembre 2011     Quello che sta per arrivare sarà per molti un Natale all'insegna dell'austerità. È soprattutto per questo che la strada simbolo di Parigi è stata addobbata quest'anno con luminarie natalizie ad alta efficienza. Intorno agli alberi degli Champs-Elysées sono stati infatti installati anelli luminosi con luci al Led, che permetteranno di creare una perfetta atmosfera natalizia consumando pochissima energia.

Come se non bastasse, le luci di Natale saranno alimentate con l'elettricità prodotta dai 66 pannelli fotovoltaici installati a Targasonne. Ancora più eco-friendly l'addobbo diurno, che permetterà ai Campi Elisi di scintillare a "energia zero" grazie a centinaia di specchietti che montati ai lati del celebre viale.

Gli anelli al Led, inaugurati dal sindaco parigino Bertrand Delanoë e dall'attrice Audrey Tatou (quella del Favoloso mondo di Amelie e del Codice Da Vinci, ndr) sono multicolori e intermittenti e consumano 31.000 kWh per anno, contro i 50.000 kWh delle luminarie utilizzate nel 2007 e i 480.000 kWh consumati nel 2006.


I nuovi dispositivi ad alta efficienza, precisa il Comune di Parigi, assorbono la stessa quantità di elettricità consumata da 8 famiglie da 4 persone che vivono in un appartamento parigino medio. Anche la crisi economica peggiore degli ultimi 90 anni, dunque, presenta qualche risvolto positivo, a cominciare proprio dal Natale a basso consumo della Ville Lumiere.




Giusy Tulipano

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SCIENZA
22 dicembre 2011La Terra ha 4 gemelli: nuova scoperta nello spazio


La Terra non è sola, ultime ricerche scientifiche avrebbero individuato nello spazio ben 4 pianeti gemelli. Si tratta di Kepler 20e, Kepler 20f, Koi 55.01 e Koi 55.02. I primi due hanno preso il nome del telescopio spaziale Nasa, si trovano in un altro sistema solare, sono i più piccoli esterni al sistema solare finora scoperti: il loro raggio è 0,87 e 1,03 volte quello della Terra e sono probabilmente rocciosi, come la Terra. Fanno parte dello stesso sistema solare e orbitano intorno alla stella Kepler-20, che è un po' più fredda del Sole e si trova a 950 anni luce dalla Terra. In ogni caso sul pianeta ci sarebbe troppo caldo per poterci essere vita. I "fratelli" Koi orbitano invece molto vicini alla loro stella, Koi 55, che una volta era grande quanto il Sole e che giunta alla fine della sue evoluzione si è trasformata in una gigante rossa. Lo stesso destino che toccherà al Sole fra circa cinque miliardi di anni. 



Giusy Tulipano

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Il più grande presepe del mondo nei Sassi di Matera
La città di Matera ospiterà il 29 dicembre oltre mille figuranti provenienti da tutta Italia, i quali daranno vita al più grande presepe vivente del mondo nella magica atmosfera notturna dei celebri Sassi.



In Italia si contano circa 200 rievocazioni viventi della Natività. Tutte si rifanno alla prima sacra rappresentazione, che fu messa in scena per volontà di San Francesco d'Assisi il 24 dicembre del 1223 a Greggio, nei pressi di Rieti, dando il via alla tradizione cristiana del Presepe. Molti dei paesi della nostra bella Italia, arroccati su speroni rocciosi o adagiati su dolci colline, appaiono da lontano come dei veri e propri presepi. La medesima sensazione la prova chi visita da turista la città di Matera. Affacciandosi a guardare i famosi Sassi, infatti, viene spontaneo paragonarli ad un enorme Presepe, simili come sono per la conformazione del paesaggio ai luoghi della nascita di Gesù.

Più volte i Sassi di Matera sono stati utilizzati come set cinematografico per film religiosi, da "Il Vangelo secondo Matteo" di Pierpaolo Pasolini a "The Passion" di Mel Gibson, per finire con "Nativity" – appunto – di Catherine Hardwicke. Questi stessi luoghi, dichiarati dall'Unesco Patrimonio dell'Umanità, fungeranno da scenario di incomparabile bellezza e fascino per il più grande Presepe vivente del mondo. Il prossimo 29 dicembre, infatti, nella suggestiva location degli antichi rioni Sassi, si svolgerà una rappresentazione della sacra Natività con personaggi viventi, denominata "Presepe d'Amore nei Sassi".

Il Presepe sarà organizzato su un percorso di circa un chilometro, che andrà dall'area di San Pietro Caveoso a quella di San Nicola dei Greci, dove sarà allestita la Natività. Oltre che per la suggestiva location, alla quale si aggiungerà una scenografia ispirata al tradizionale Presepe napoletano, la rappresentazione si distinguerà anche per il numero di figuranti in costume che vi parteciperanno, che saranno oltre mille. Ciò, con molta probabilità, permetterà al Presepe vivente di essere inserito all'interno del Guinness dei primati.

Il progetto è stato messo in piedi dal Dipartimento per le Attività Produttive della Regione Basilicata, in collaborazione con l'Unpli, l'Unione Nazionale delle Pro loco d'Italia, le quali si occuperanno di ricercare i figuranti che dovranno giungere a Matera per mettere in scena la rievocazione. Alle maestranze locali materane sarà, invece, affidato il compito di fornire la scenografia, le luci e tutto il materiale occorrente per lo svolgimento della rappresentazione.

Il Presepe vivente vuole essere un'opportunità per rafforzare il turismo religioso in una città, come Matera, ricca di chiese rupestri e di testimonianze architettoniche. Ma soprattutto mira a far rivivere l'emozione della Natività, per esaltare nel cuore della gente i più alti valori simbolici della vita. Nel nome del progetto è racchiusa, infatti, la volontà di lanciare un messaggio universale di felicità e d'amore.




Giusy Tulipano

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Sonda russa per Marte in avaria
Cadrà sulla Terra il 15 gennaio
Phobos-Grunt si distruggerà in gran parte nel rientro in atmosfera, ma 200 kg colpiranno la superficie
Partita lo scorso 8 novembre, era rimasta in orbita terrestre

  MILANO - Phobos-Grunt cadrà sulla Terra il 15 gennaio. A indicare una data precisa (prima la forchetta era tra il 6 e il 19 gennaio), ma comunque passibile di variazioni, è il portavoce delle Truppe aerospaziali del ministero russo della Difesa, Aleksey Zolotukhin. «A oggi la caduta di frammenti del veicolo spaziale Phobos-Grunt è attesa per il 15 gennaio», ha dichiarato Zolotukhin all'agenzia Interfax. «La data effettiva della caduta potrebbe cambiare in base all'influenza di fatti esterni».

AVARIA - La sonda diretta a Marte era stata lanciata lo scorso 8 novembre, ma per un'avaria non era riuscita a lasciare l'orbita del nostro pianeta. Nella fase di rientro il carburante tossico verrà distrutto da calore prodotto al contatto con l'atmosfera, ma alcune decine di frammenti dal peso complessivo di 200 chili potrebbero raggiungere la superficie: l'area interessata potrà essere identificata solo pochi giorni prima dell'impatto. Secondo Roskosmos il satellite artificiale cadrà «in una zona compresa tra 51,4 gradi di latitudine nord e 51,4 gradi di latitudine sud». La sonda di 13,5 tonnellate, ha spiegato l'agenzia, contiene una piccola quantità di cobalto-157, un isotopo radioattivo, ma secondo i russi non sussistono rischi di contaminazione radioattiva.

PHOBOS - La sonda avrebbe dovuto raggiungere Phobos, uno dei due satelliti di Marte, per raccogliere campioni del suolo e riportarle sulla Terra. Un problema le ha impedito di lasciare la Terra, dove ha continuato a orbitare a un'altezza di circa 250 km. Il lancio di Phobos-Grunt (La voce di Phobos) era avvenuto in perfetto orario lo scorso 8 novembre dalla base di Baykonour, in Kazakistan. Tutto era andato bene fino al distacco della sonda dal razzo, poi doveva entrare in funzione due volte lo stadio superiore Fregat - che aveva già fatto precipitare un satellite in Siberia lo scorso ottobre - per collocare Phobos-Grunt in direzione di Marte, ma qualcosa non ha funzionato. La missione è costata 163 milioni di dollari e gli scienziati russi ci lavoravano dal 1992.

ACCUSE GLI USA - A fine novembre, però, il tenente generale Nikolay Rodoniov, che comandava il sistema di allerta russo nella rete di difesa dagli attacchi dei missili balistici, ha accusato la stazione radio statunitense Gakona in Alaska di aver sabotato la sonda, stazione dove è in corso il programma di ricerca Haarp (High Frequency Active Auroral Research Program) dedicato allo studio della ionosfera e ai suoi influssi sulle telecomunicazioni ma che alcuni ritengono una copertura per un centro supersegreto dove si sperimenta la guerra elettronica ed elettromagnetica.



Giusy Tulipano

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 La cometa Lovejoy non si è sciolta contro il Sole
dalla redazione di Liquida | Commenti

News Foto Video Twitter Protagonisti Alla fine la piccola cometa Lovejoy ha avuto la meglio sul Sole.

Il corpo celeste - diventato nelle scorse ore una star su Twitter - deve il suo nome all'astrofilo australiano Terry Lovejoy che l'ha scoperta. Milioni di utenti hanno seguito e cinguettato il triste destino della cometa che la vedeva spacciata nell'incontro con il Sole.

Lovejoy - con un diametro di appena 200 metri - è passata vicinissima alla nostra stella confutando le ipotesi di molti scienziati secondo i quali, il passaggio ravvicinato avrebbe finito per scioglierla e disintegrarla. La cometa invece è passata vicino al Sole ed è sopravvissuta, nonostante in molti avrebbero preferito un impatto spettacolare contro la superficie del Sole.

Gli scienziati sono rimasti sbigottiti dall'evento e promettono ulteriori studi per determinare la natura quasi inattaccabile della cometa Lovejoy.










Giusy Tulipano

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Un grattacielo di 30 piani costruito in 15 giorni: 360 ore di lavoro non stop. Il record è dell'azienda cinese Broad Group ed è raccontato in un video in time lapse che sta collezionando migliaia di clic. Il grattacielo, Ark Hotel, costruito vicino al lago Dongting, nella provincia dello Hunan, è anti sismico, in grado di sopportare un terremoto di magnitudo 9.



Nessun incidente. L'azienda ci tiene a sottolineare anche che nel cantiere non c'è stato alcun incidente, ma di certo l'impresa è stata realizzata a costo del super lavoro di centinaia di operai cinesi.

Luoghi disabitati. In tanti sostengono come  molti di questi edifici rimangono poi disabitati. Si parla spesso delle cosiddette "città fantasma" in Cina (e anche dei centri commerciali), e allora perché costruirli: alcuni dicono  per aumentare artificialmente il PIL, per ingannare i satelliti spia nemici, per la futura popolazione. Rimane un mistero.

Il paragone con l'Italia. Abituati a vedere nel nostro bel paese un cantiere rimanere aperto per mesi, anni in alcuni casi per un ponte, il fatto che i cinesi riescano a costruire un grattacielo in appena 15 giorni, e immaginiamo avvenga lo stesso con strade, autostrade, ponti, aeroporti, stazioni, ferrovie, con un consumo di risorse, di territorio e di energia da far girare la testa, non possiamo che rimanere a guardare e magari imparare.




Giusy Tulipano

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Mille dollari per farsi leggere il Dna
Una macchina decifra il genoma in 24 ore.
È grande come una stampante
Speranze per nuove cure E Dubbi dei bioetici

Mille dollari per farsi leggere il Dna

Una macchina decifra il genoma in 24 ore.
È grande come una stampante


MILANO — Leggere l'intero genoma di una persona costa, oggi, mille dollari soltanto. Una società americana di biotecnologie, la Life Technologies, ha appena presentato una macchina in grado di decifrare, in meno di 24 ore, i tre miliardi di lettere che compongono il Dna umano. Fino a ora l'operazione richiedeva almeno una settimana e 5-10 mila dollari di spesa. Il sequenziatore Ion Proton che costa 149 mila dollari (se lo può permettere un qualsiasi ospedale o centro medico) ed è grande come una stampante laser da ufficio, ha avuto l'onore della prima pagina dei due più importanti giornali economici internazionali, il Wall Street Journal e il Financial Times, e promette una nuova rivoluzione nel campo della medicina personalizzata. Grande entusiasmo, dunque, negli ambienti del business e anche della ricerca scientifica, ma anche molte cautele da parte delle autorità sanitarie e degli esperti di etica.

CAUTELE - Intanto il genoma low cost non sarà subito disponibile per il pubblico americano: la Food and Drug Administration non ha ancora preso posizione, ma in generale, per quanto riguarda i test sul Dna, raccomanda cautela, perché una cattiva interpretazione dei dati può portare a terapie scorrette e compromettere la salute della gente. Del resto, il sequenziamento dell'intero genoma mette a disposizione uno tsunami di informazioni la cui interpretazione richiede un enorme lavoro da parte di consulenti genetici (la maggior parte dei medici generici, almeno negli Usa, si dichiara incompetente in proposito) e un costo ben superiore ai mille dollari di partenza. Non solo: ci sono anche questioni di privacy e risvolti psicologici. L'accesso ai dati genetici, da parte di assicurazioni o datori di lavoro, può portare a discriminare un individuo portatore di difetti del Dna, quando vuole stipulare una polizza o cerca un posto di lavoro. È vero, poi, che conoscere la predisposizione a una determinata malattia (perché nel Dna è presente una certa variante, cioè una sequenza diversa rispetto al normale) può aiutare nella prevenzione, ma può esporre a esami inutili (con aumento dei costi per la sanità) o a un danno psicologico dell'individuo, se l'informazione è mal gestita. Essere predisposti a una malattia (per esempio a un certo tipo di tumore, all'infarto, al diabete, all'Alzheimer) non significa ammalarsi nel 100 per cento dei casi: è una questione di probabilità, difficile da interpretare. Può succedere, per esempio, che diversi frammenti di Dna interagiscano fra di loro e non è detto che la variante di un gene, oggi nota per predisporre a una patologia, non sia neutralizzata da una seconda variante che si scoprirà domani. Ecco perché l'analisi del genoma andrebbe addirittura ripetuta nel corso della vita: il Dna non cambia, ma cambiano le interpretazioni che se ne danno.

APPLICAZIONI - È ipotizzabile, dunque, che il sequenziamento dell'intero genoma trovi oggi un'applicabilità reale soprattutto nel campo della ricerca. Per esempio, può essere utile per studiare persone affette da un tumore o dall'autismo o addirittura da malattie sconosciute, per cercare eventuali difetti genetici che ne stanno alla base. Può essere utilizzato (visto che costa così poco) per identificare alcune malattie genetiche dei neonati per le quali già esistono test specifici, ma sono dispendiosi. Può essere, infine, sfruttato (ed è questa la medicina personalizzata già oggi praticabile) per valutare l'efficacia di un farmaco in un certo paziente. Soltanto metà delle persone con artrite reumatoide trae benefici da un farmaco chiamato etanercept: l'analisi del Dna le può identificare




Giusy Tulipano

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tulipano

Tumori: aspirina efficace nell'inibire la diffusione
   
13:04 14 FEB 2012



(AGI) - Washington, 14 feb. - L'aspirina puo' inibire la diffusione del cancro perche' aiuta a spegnere le 'autostrade chimiche' che alimentano i tumori. Lo afferma un gruppo di ricercatori australiani in un articolo pubblicato oggi su Cancer Cell. Gli scienziati del Melbourne Peter MacCallum Cancer Centre hanno evidenziato che la scoperta aiuta a capire come i vasi linfatici svolgano un ruolo chiave nella trasmissione dei tumori in tutto il corpo. "Abbiamo dimostrato che molecole come l'aspirina potrebbero effettivamente funzionare in questo ambito, riducendo la dilatazione dei vasi e quindi la capacita' dei tumori di diffondersi nell'organismo", ha detto Steven Stacker, primo autore della ricerca. I medici hanno a lungo sospettato che gli anti-infiammatori non-steroidei come l'aspirina possano aiutare a inibire la diffusione del cancro, ma finora non erano stati in grado di individuare esattamente il perche' di questo meccanismo. Attraverso lo studio delle cellule nei vasi linfatici, i ricercatori hanno scoperto i meccanismi base delle 'linee di alimentazione' dei tumori, illustrando come l'aspirina agisca per chiudere la dilatazione dei vasi.
  "In un certo senso - ha detto Stacker - abbiamo trovato un cardine di giunzione biochimico tra tutti questi diversi fattori". La scoperta potrebbe portare a nuovi farmaci, "che potrebbero contribuire a contenere molti tumori solidi, compresi il tumore al seno e il cancro alla prostata" .




Giusy Tulipano

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tulipano

 Cellule staminali: il cervello stressato le produce
 



Lo stress ha degli effetti sul cervello: questo la ricerca scientifica lo sapeva già, ma è stata effettuata una scoperta piuttosto sorprendente dai neuroscienziati della Columbia University che apporta delle grosse novità. La ricerca infatti ha permesso di saperne di più sulla plasticità cellulare dell'ippocampo. Gli esperti infatti hanno visto che, in condizioni di stress, nell'ippocampo vengono prodotte nuove cellule staminali. Tutto ciò è stato davvero sorprendente. Ma cerchiamo di capirne qualcosa in più insieme.



In pratica il cervello quando si trova in una situazione di crisi a causa dello stress, comincia a fare scorte di cellule staminali dalle quali ricavare dei nuovi neuroni non appena torna in una situazione di normalità. Si tratta di una sorta di meccanismo di autodifesa del cervello per riprodurre le cellule cerebrali che continuamente mutano e si adattano alla situazione ambientale nella quale viviamo.

In parole povere, il nostro cervello trovandosi in situazioni di crisi, vuole assicurarsi la possibilità di autorigenerarsi superando così lo stress stesso. In questo modo risponde e quindi mira a superare anche quelle che sono le fasi più critiche della nostra vita, ovvero i periodi bui e stressanti, che possono essere causati da innumerevoli motivazioni.

E' grazie a questo meccanismo autorigenerativo che riusciamo a non soccombere allo stress. Va comunque specificato che il meccanismo dell'accumulo delle cellule staminali non dura per sempre, perché è limitato a circa tre mesi di tempo. Indi per cui il nostro consiglio è di affrontare quello che causa stress e di cercare di risolverlo quanto prima per garantirsi uno stato psicofisico ottimale.





Giusy Tulipano

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tulipano

Calvizie: individuata
la molecola che fa
perdere i capelli

Interessa 8 uomini su 10 e fino a una donna su due durante la manopausa, e sembrano non esserci - almeno per adesso - rimedi che tengano. Un nuovo studio pubblicato su Science Translational Medicine dai ricercatori dell'Università della Pennsylvania di Filadelfia (Usa) apre ora nuovi scenari contro la calvizie, disturbo che colpisce l'80% degli uomini, il 35% delle donne in età fertile e il 50% di quelle in menopausa: i ricercatori statunitensi hanno infatti individuato una proteina coinvolta nel processo di perdita dei capelli, la PGD2 (prostaglandina D2), e spiegano che, inibendola, si potrà bloccare la formazione della tanto odiata "piazzetta" in testa.



Lo studio è stato realizzato dal team di George Cotsarelis, che un anno fa aveva individuato le cellule staminali in grado di rigenerare i capelli. I ricercatori hanno esaminato le teste di 22 uomini colpiti da calvizie e hanno paragonato le aree prive di capelli con quelle ancora ricoperte: hanno così scoperto che nelle zone calve erano presenti livelli di prostaglandina D2 di gran lunga maggiori. Successivamente hanno anche dimostrato, in laboratorio, che la PGD2 è in grado di bloccare la crescita dei capelli.



Secondo i ricercatori la proteina potrebbe in futuro venire disattivata anche grazie all'uso di lozioni, consentendo alla ricrescita di riattivarsi spontaneamente.

Giusy Tulipano

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 Dall'Olanda arriva l'auto volante

Superati i primi test, verrà commercializzata nel 2014. Non popolare il prezzo, previsto tra i 250.000 e i 300.000 euro.


SOGNO IRREALIZZATO - Dalla prima Autoplane del 1917 fino alla Transition di due anni orsono i progetti e i prototipi di un'automobile capace di volare sono stati innumerevoli, ma mai nessuno era entrata in fase di produzione. Questa potrebbe essere però la volta buona.





TRICICLO BASCULANTE - La vettura del futuro si chiama One, ed è prodotta dall'azienda olandese Pal-V. Proprio in questi giorni il prototipo è stato sottoposto ai test imposti dal governo olandese per valutarne la sicurezza a terra e in volo. In sostanza si tratta di un triciclo biposto, con due ruote sull'asse posteriore: il sistema idraulico controllato dall'elettronica alle alte velocità consente alla vettura di inclinarsi all'interno della curva, in maniera molto simile a quella di una motocicletta. I dati tecnici del motore non sono ancora stati resi noti, ma le performance dichiarate a terra sono di tutto rispetto: da 0 a 100 km/h in meno di 8 secondi, velocità massima 180 km/h, autonomia di 1.200 km.





ALA ROTANTE - Bastano però pochi minuti per trasformare la  Pal-V One da automobile ad autogiro. Si fissano le pale sul tetto e si estraggono le superfici di controllo sulla coda. Nell'autogiro, a differenza dell'elicottero, il moto non viene trasmesso direttamente alle pale, ma il motore fa girare un'elica spingente sistemata in coda alla vettura, che si estrae per forza centrifuga solo al momento opportuno. In questa configurazione, la Pal-V One può volare per 500 km ad una velocità di crociera che non è stata resa nota, ma che dovrebbe aggirarsi intorno ai 140-150 km/h. La Pal-V One ha bisogno di pochissimo spazio per operare, essendo in grado di decollare in 160 metri e di atterrare in soli 30 metri.





PRONTI ALLA PRODUZIONE - La Pal-V One ha investito fino ad oggi sei milioni di euro nel progetto, per ora in fase avanzata di pre-produzione. L'azienda è ora in cerca di partner finanziari per avviare la fase di produzione. Il programma prevede di portare il veicolo sul mercato nel 2014, con un costo prezzo che si dovrebbe aggirare i 250.000 e i 300.000 euro.








Giusy Tulipano

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tulipano

    Dal cruscotto al frigorifero
ecco il mondo degli oggetti parlanti
Si moltiplicano in ogni campo le macchine umanizzate: grazie a sofisticati programmi rispondono agli ordini. La grande attesa ora è per Apple. L'azienda di Cupertino sfornerà entro l'anno il "vocecomando" per la sua tv


NEW YORK - Quando beccherete vostra moglie a parlottare con la macchinetta del caffè non prendetela per matta: sta soltanto cercando di insegnarle a fare per bene la schiumina. Con le macchine - come per gli uomini - è sempre questione di adattamento: sbagliando s'impara. Vale anche per le macchine che parlano: dal computer al cruscotto dell'auto alla macchinetta appunto del caffè. Perché il segreto del riconoscimento vocale è l'affinamento: più ci parleremo, più ci capirà.

L'ultimo iPhone è il primo col riconoscimento vocale. Per ora funziona in inglese, spagnolo, francese e tedesco: e al diavolo l'italiano. Ma Siri, la segretaria virtuale dell'iPhone 4S, è solo il nome più noto di questa rivoluzione. Non serve avere l'ultimo modello per parlare con il vostro telefonino. La stessa azienda che ha partorito la segretaria virtuale ha piazzato nell'Apple Store una app sbandierata mica tanto: proprio per tacito accordo con la Mela che deve vendere gli ultimi iPhone. L'azienda si chiama Nuance Communications e l'applicazione Dragon Go! Dici: "Voglio il migliore ristorante indiano" e ti squaderna i migliori aprendoti il sito Yelp che raccoglie le segnalazioni della rete. Dici: "Voglio il migliore ristorante indiano del mio quartiere" e ti restringe la ricerca grazie al Gps del telefonino. Dici: "Vorrei prenotare un buon ristorante indiano" e ti porta pagine di OpenTable: il sito che ti permette di prenotare dal web senza alzare il telefono.

Nuance Communications è un'azienda di Burlington, Massachusettes, che fa affari per oltre un miliardo di dollari: la metà nella sanità. Forse perché famosi in tutto il mondo per la loro indecifrabile scrittura, proprio i medici sono stati i pionieri nell'utilizzo della dettatura meccanica: "leggono" una lastra ad alta voce e il computer registra. No, per ora la lastra non risponde: ma ci manca poco. Dice il New York Times che Nuance è nata da un'ispirazione che l'ex manager della Xeros, Paul Ricci, ha avuto nel 2000: il riconoscimento vocale avrebbe avuto presto lo straordinario effetto che hanno avuto l'invenzione del mouse e dell'interfaccia grafica dei computer. Paul Ricci nuovo Steve Jobs? Per la verità numerosi scienziati sostengono che l'evoluzione potrebbe essere anche più radicale: al punto da costringerci a una nuova selezione naturale. Gli uomini hanno incominciato a parlare tra di loro da meno di due milioni di anni. E solo da un secolo e mezzo hanno incominciato a parlare "alle" macchine e "dalle" macchine: con il fonografo di Thomas Edison e i suoi derivati. Ma che ne sarà più delle relazioni interpersonali quando useremo il telefonino non per "comunicare qualcosa a qualcuno" ma per "comunicare con lui"? Per non parlare di qualche problemino di privacy. Che fine fanno tutti i dati vocali che regaliamo ai computer?

La scienza e la tecnologia vanno naturalmente avanti. Anche Google ha un sistema simile: Google Activation Voice. E lo stesso fa Microsoft con Tell me. Il riconoscimento vocale è l'ultima speranza anche in fatto di sicurezza: se la password è associata alla nostra voce ci vorrebbe Zelig per entrarci nel computer. Anche per questo, dice a Repubblica il responsabile di Google Translate, Ashish Venugopal, la voce è la nuova frontiera del gigante del web. Gli esperimenti che il suo gruppo sta facendo su traduzioni e dialetti serviranno a irrobustire le capacità di interpretazione delle macchine. Già adesso Translate usa il riconoscimento vocale: e specializzarsi nei dialetti vorrà dire aiutare le macchine a capire - e a capirci - ancora meglio.
Perché il segreto di ogni riconoscimento vocale è proprio questo: più dati incameriamo, più voci dal mondo raccogliamo, più l'algoritmo sarà preciso. È la magia di ogni "talking machine": il software trasforma le parole in onde vocali e a quel punto cerca nel suo immenso archivio le parole che corrispondono a quelle onde. Ecco perché la ricerca è indissolubilmente legata alla raccolta dati. Gli uomini riconoscono le parole associando certi suoni a certi nomi che rappresentano certe cose: le macchine riconoscono le parole associando certi suoni ai suoni archiviati che rappresentano quelle parole.

La grande attesa ora è ancora una volta per Apple. La Mela dovrebbe sfornare Apple Tv entro l'anno e da Cupertino lasciano trapelare che sarà più che una svolta: perché dal telecomando passeremo a quello che potremmo chiamare vocecomando. Dici che film vuoi vedere e la tv te lo cerca in tutti i negozi virtuali al momento disponibili - da iTunes a Netflix. E la prossima sfida è già qui: rendere quella voce ancora più umana. L'ultimo regalo di Steve alla sua Mela è stato proprio il sesso di Siri. Gli stessi ingegneri che avevano programmato il software non sapevano se quella voce suonasse più maschia o femmina. "È una donna" sentenziò Jobs: e la macchina parlante fu.


Giusy Tulipano

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tulipano

22/apr/2012notizie Giornata della terra 2012 è il 22 aprile . un giorno per il pianeta


Giornata della terra 2012 è il 22 aprile, è un giorno che deve essere dedicato alla difesa della terra, la nostra madre e l'unico pianeta che abbiamo a disposizione.
Il nostro dovere sta nella difesa di tutte le specie animali e vegetali, proteggendo la biodiversità, ma anche nella protezione della bellezza, che ci salverà veramente.
Il mondo sarà salvato dall'armonia, dalla bellezza e dalle diversità in rapporto tra loro nell'ambiente















Giusy Tulipano

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tulipano

Curiosità dal mondo: apre il museo dedicato alla pizza a Philadelphia
 
E' nato "Pizza Brain", il primo museo dedicato alla pizza aperto a Philadelphia. 



Le stranezze della vita: noi italiani siamo conosciuti in tutto il mondo, tra le altre cose, per la preparazione della pizza. Eppure, il primo museo al mondo dedicato a questo sfiziosissimo alimento, è stato aperto a Philadelphia.

La tradizione delle mozzarelle pugliesi sulla tua tavola dal 1968L'autore dell'idea è Brian Dwyer, che qualche anno fa ha vinto al Guinness dei Primati per il maggior numero di oggettistica legata al tema pizza, detenuta da una sola persona.

Dopo questo primo passo, ecco che nasce la ricerca di come trasformare questa passione in un vero e proprio lavoro: basta un investitore e degli amici ecco che nasce "Pizza Brain", il primo museo della pizza.

Esistono musei dedicati ai più svariati oggetti o alimenti, ma a quello della pizza nessuno aveva ancora pensato. Certo, il rammarico è che l'idea principale sia venuta ad un americano e non ad un nostro connazionale.






Giusy Tulipano

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sierra echo

Citazione di: tulipano il 28 Aprile 2012, 17:11:49
Curiosità dal mondo: apre il museo dedicato alla pizza a Philadelphia
 
E' nato "Pizza Brain", il primo museo dedicato alla pizza aperto a Philadelphia. 



Le stranezze della vita: noi italiani siamo conosciuti in tutto il mondo, tra le altre cose, per la preparazione della pizza. Eppure, il primo museo al mondo dedicato a questo sfiziosissimo alimento, è stato aperto a Philadelphia.

La tradizione delle mozzarelle pugliesi sulla tua tavola dal 1968L'autore dell'idea è Brian Dwyer, che qualche anno fa ha vinto al Guinness dei Primati per il maggior numero di oggettistica legata al tema pizza, detenuta da una sola persona.

Dopo questo primo passo, ecco che nasce la ricerca di come trasformare questa passione in un vero e proprio lavoro: basta un investitore e degli amici ecco che nasce "Pizza Brain", il primo museo della pizza.

Esistono musei dedicati ai più svariati oggetti o alimenti, ma a quello della pizza nessuno aveva ancora pensato. Certo, il rammarico è che l'idea principale sia venuta ad un americano e non ad un nostro connazionale.








73 a te Tullipano,
è da sempre che gli Italiani nn sono mai profeti in patria, ma un americano che vince il primato per le oggettistiche che riguardano la pizza... è veramente assurdo...mi sarei aspettato al suo posto un Italiano all'estero...boh! :down:

Comunque tanto di cappello! :-\
Credo ut intelligam, non intelligo ut credam...

tulipano

 
Identificata tripla elica del DNA

Alcuni scienziati in Spagna sono riusciti a estrarre informazioni strutturali da una tripla elica di acido desossiribonucleico (DNA) in una condizione simile al vuoto

Alcuni scienziati in Spagna sono riusciti a estrarre informazioni strutturali da una tripla elica di acido desossiribonucleico (DNA) in una condizione simile al vuoto (ovvero la sua fase gassosa). Lo studio, presentato nel Journal of the American Chemical Society (JACS), potrebbe contribuire ai trattamenti antigene basati su queste strutture di DNA.

I ricercatori dell'Istituto di ricerca biomedica (IRB Barcelona) e del Barcelona Supercomputing Center (BSC) hanno detto che finora nessuno era riuscito a identificare queste strutture particolari di DNA.

"Fino ad oggi, queste singolari strutture di DNA erano quasi impossibili da rilevare e non era noto se conservavano la memoria strutturale in soluzione quando evaporavano", spiega il professor Modesto Orozco dell'Università di Barcellona, che dirige anche l'unità di Scienze della vita al BSC. "Con questo studio abbiamo caratterizzato tale struttura e dimostrato che mantiene una memoria sorprendente del suo ambiente biologico precedente, la soluzione acquosa, in cui normalmente è molto difficile da caratterizzare.

"

Il professor Orozco e colleghi hanno usato tecniche di simulazione computazionale con validazione sperimentale mediante spettrometria di massa per ottenere i risultati che volevano. Il ricercatore del BSC e il suo team si sono impegnati in questo lavoro per oltre 10 anni. Questa ultima scoperta ha aiutato il team a stabilire l'atlante completo delle strutture classiche del DNA in fase gassosa.

Questo studio potrebbe aiutare gli scienziati a sviluppare la cosiddetta terapia antigene. Secondo i ricercatori, utilizzando le strutture a tripla elica del DNA nel trattamento significa che i geni attivi che contribuiscono ad una determinata malattia verrebbero disattivati.

"Sul mercato non esiste ancora alcun farmaco basato sulla terapia genica, ma ce ne sono diversi in fase di sviluppo", dice il professor Orozco, aggiungendo che una delle sfide per trasformare il trattamento in realtà risiede nella difficoltà di individuare sperimentalmente queste strutture a tripla elica. "La dimostrazione che la struttura è mantenuta in fase gassosa consentirà di rilevare più facilmente queste strutture di DNA", spiega il professor Orozco.

Questo lavoro fornirà agli scienziati lo strumento di cui hanno bisogno per implementare nuove tecniche di risoluzione strutturale basate sull'impiego di laser a elettroni liberi a emissione di raggi X (X-FEL). Il XFEL europeo, un impianto in costruzione in Germania, genererà intensi impulsi di luce paragonabili a un sincrotrone. "Se i nostri calcoli sono corretti, gli X-FEL potrebbero essere utilizzati per ottenere i dati strutturali in fase gassosa circa il comportamento di una molecola nel suo ambiente naturale biologico; gli X-FEL diventerebbero quindi uno strumento prezioso per risolvere la struttura delle macromolecole", dice lo scienziato del BSC.

Giusy Tulipano

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tulipano

Perché il terremoto in Emilia Romagna?

Per un attimo l'avremo pensato tutti: un terremoto proprio in Pianura Padana, l'area italiana tradizionalmente considerata più "sicura" dal punto di vista sismico? Ebbene sì, purtroppo è del tutto possibile.
di: Elisabetta Intini, Luigi Bignami 
L'evoluzione del Mediterraneo da 30 milioni di anni fa ad oggi. Sardegna e Corsica si sono staccate dalla Francia e sono scese nella loro posizione attuale, l'Appennino Romagnolo non esisteva, ma era la punta più avanzata dell'Africa. Le frecce indicano i movimenti avvenuti.Per un attimo l'avremo pensato tutti: un terremoto proprio in Pianura Padana, l'area italiana tradizionalmente considerata più "sicura" dal punto di vista sismico? Ebbene sì, purtroppo è del tutto possibile.

Movimenti geologici. Il sisma del 5.9° Richter che si è verificato a Mirandola, tra Parma e Ferrara, rientra chiaramente nella fase evolutiva della geologia del luogo. L'evoluzione geologica dell'Appennino emiliano-romagnolo, che si estende anche sotto la pianura, nascosto da depositi di sedimenti portati dal Po e dai fiumi ad esso affluenti, si inquadra all'ultimo dei grandi fenomeni geologici che ha portato anche alla nascita di una parte delle Alpi.

Che cosa fare in caso di terremoto? La guida della Protezione Civile in pillole

Scontro tra placche. L'Appennino è una catena a "falde", ossia composta da grandi pieghe che hanno coinvolto potenti pacchi di strati, che si è formata in un arco di tempo che dal Cretaceo, ossia da un centinaio di milioni di anni, si spinge fino ai nostri giorni. In questo arco di tempo è avvenuta la lenta collisione tra due blocchi di crosta terrestre (in particolare di litosfera): tra quella cioè, che viene chiamata zolla europea (o sardo-corsa), e la piccola placca Padano-Adriatica (o Adria).


Identikit delle zolle.  Per meglio comprendere dove fossero queste due zolle, si pensi che la Sardegna e la Corsica un tempo erano attaccate alla Francia e ad un certo punto sono "scivolate" verso la loro posizione attuale. Queste due isole formano la zolla sardo-corsa. La placca Padano-Adriatica invece, era la punta più avanzata dell'Africa (come si vede nel disegno qui sopra). Il processo di collisione tra queste due zolle continentali è stato preceduto dalla chiusura di un'area oceanica che un tempo presente tra di esse: l'oceano ligure o ligure-piemontese, che faceva parte della Tetide.
(Le misteriose nuvole che appaiono prima di un terremoto: video)

Distorsioni e compressioni. La catena appenninica deriva così dalla complessa deformazione dei sedimenti deposti durante questa evoluzione. Oggi i geologi parlano di "Dominio ligure", per definire i sedimenti che si depositarono nell'area oceanica, di "Dominio epiligure", per quei sedimenti che a partire dall'Eocene medio (circa 40 milioni di anni fa) sono stati sottoposti a "compressioni" molto forti, di "Dominio subligure", che corrisponde alla crosta africana adiacente alla zona oceanica e di Dominio tosco-umbro, di pertinenza africana.
(Come si determina la profondità di un terremoto?)

Archi pericolosi. Alla fine del processo deformativo i sedimenti di questi domini risultano notevolmente spostati rispetto al luogo in cui si sono formati e si sono in gran parte sovrapposti in modo assai complesso. Dal Messiniano, ossia da circa 7 milioni di anni fa, in poi, anche le zone esterne della catena e l'area padana sono coinvolte nelle fasi deformative. La progressiva migrazione delle falde verso est provoca una profonda deformazione anche nell'area padana, che continua ancora ai nostri giorni. E questo spiega la realtà del terremoto avvenuto lo scorso week-end: «La falda dell'Appennino avanza sotto alla Pianura Padana, comprimendosi e rialzandosi lungo un fronte che ha la forma di un arco (il cosiddetto "Arco di Ferrara") dove si concentra la pericolosità sismica» ha spiegato Claudio Chiarabba, funzionario della sala sismica dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), a Roma, che ha attentamente monitorato le oltre cento scosse succedutesi dalle prime ore di domenica mattina.
(Ci sono più terremoti di giorno o di notte?)

Oggi come ieri. Nonostante la nomea di zona franca dai terremoti, non è la prima volta che il Ferrarese è agitato dal terremoto: nel 1570 si verificò nella zona un disastroso sisma, di magnitudo 5.5, e nel 1987 si raggiunse l'intensità di 5.4. Solo che nel caso di ieri, a rompersi è stata più di una faglia, dato che lo sciame sismico si è registrato su una striscia immaginaria, che copre, da est a ovest, una trentina di chilometri. Secondo gli esperti, ci vorrà tempo prima che anche le scosse di assestamento siano terminate.






Giusy Tulipano

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