Alcune considerazioni sull'uso degli accordatori in stazione

Aperto da trodaf_4912, 05 Maggio 2022, 10:14:27

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trodaf_4912

Queste considerazioni sono generali e valgono per qualsiasi tipo di accordatore CL, LC o T.
Come unica nota posso dire che le perdite di un accordatore si concentrano in massima parte sull'induttore. Un Q=200 per tale componente e' sufficiente per contenerle .
In generale quasi tutti acquistano un accordatore di antenna, lo posizionano in stazione e alimentano l'antenna con cavo coassiale senza pero' tenere conto della Z dell'antenna, tanto ci pensa l'accordatore a risolvere il problema. Questo puo' essere vero, ma dipende da "come lo risolve".
Spesso leggo che si vuole utilizzare antenne per i 10 metri o i 20 metri per lavorare in 80 o perggio in 160 metri. Occorre sottolineare che utilizzare antenne con una lunghezza elettrica < 0.3λ porta ad avere resistenze, lasciatemi per comodita' al momento trascurare la parte reattiva, molto basse. Insomma, piu' l'antenna e' corta per la frequenza in uso piu' la resistenza nel punto di alimentazione e' bassa ed inferiore di molto a 50Ω. Si puo' arrivare a casi in cui questa resistenza e' di soli 9/10Ω o  anche di meno.
Pensiamo ora alla tratta di cavo che utilizziamo per alimentare l'antenna. Se questa e' di lunghezze multiple di λ/2 avremo che, al connettore di antenna presente sul nostro accordatore, si presentera' esattamente la stessa resistenza, a meno delle perdite del cavo. I seguenti grafici ripresi da un articolo apparso su QST del 1995 rendono chiara la situazione.




Questo risulta ovvio in quanto piu' la resistenza e' bassa piu' la corrente e' elevata ed incide sulla quota perdite dell'induttore, che sia roller o a prese intermedie.
Pertanto, in questo caso, e' sconsigliabile utilizzare linee di λ/2 o suoi
multipli.
Supponiamo invece di avere una antenna con una R di circa 1000Ω. Se la linea di alimentazione e' lunga λ/4 o suoi multipli dispari avremo una trasformazione tale per cui ai capi del nostro accordatore la R diventera' 2/3Ω e quindi una situazione critica per le perdite al suo interno, come nel caso precedente.
Pertanto l'inserimento di un accordatore in stazione pensando di poterlo utilizzare con qualsiasi antenna e con qualsiasi linea di alimentazione e' possibile ma le perdite al suo interno saranno conseguenti al tipo di disadattamento. Piu' la R e' bassa maggiori saranno le perdite.
Molti pensano, uso l'antenna dei 10 metri per lavorare in 80 dimenticandosi tale fattore. Poi e' chiaro che piu' l'induttore e' costruito in modo "abbondante" e con il Q di almeno 200 meglio e' ma quando sento " il mio accordatore accorda anche la rete del letto", puo' anche essere vero, ma con quale efficienza ?.

Una considerazione quindi diventa importante : piu' l'antenna e' corta piu' la R e' bassa e quindi conoscere quanto vale la Z dell'antenna alla frequenza su sui si vuole fare operare l'accordatore diventa fondamentale.
Se qualcuno ti dedica del tempo apprezzalo sempre perché lo toglie al suo per dedicarlo a te


HAWK

Grazie mille per la esposizione, una buona lettura, pro memoria e propedeutico per i novizi.

Una definizione che pongo agli accordatori, sono dei pinocchi patentati...fanno credere alla radio della linea ottimale e queste ci cascano sempre e danno i watt di targa...!!

Beata ingenuità macchinale.
[emoji106] [emoji106] [emoji27] [emoji56]

P.S. La tua battuta, accordare la rete del letto...qualcuno ci è riuscito, con medio segnale di RTX tra Cipro e Libano...beata gioventù, ma non si deve chiedere con che efficienza... [emoji18]
Ma di problema si ebbe fatta la virtù.

trodaf_4912

#2
L'accordatore da palo permette di svincolarci dalle lunghezze critiche del cavo di alimentazione, ma rimane sempre la forca caudina della R dell'antenna. Utilizzare antenne troppo corte per la lunghezza d'onda su cui si vuole operare non e' una brillante idea per il nostro accordatore, anche da palo.
Un esempio : un dipolo orizzontale λ/2 per i 20 metri ha una R=70 Ω . Lo stesso dipolo, utilizzato in 80 metri esibisce una R=3 Ω.
Ho letto in queste settimane di operatori che con l'antenna CB pensano di operare in 40, 80, 160 metri attraverso l'accordatore. Operazione forse fattibile, ma mi domando a quanto ammontano le perdite dell'accordatore. Poi, se non si puo' fare altrimenti per vincoli di spazio o di condominio, va bene. Tuttavia occorre essere consapevoli di quello che si sta facendo e scegliere un accordatore che possa sopportare tensioni e correnti elevate che si sviluppano al suo interno e non farci illusioni sulla sua efficienza.
Se qualcuno ti dedica del tempo apprezzalo sempre perché lo toglie al suo per dedicarlo a te

AZ6108

#3
Ciao "Trodaf"

Concordo con quanto hai scritto in toto, vorrei solo aggiungere qualche annotazione

Prima di tutto, per l'uso multibanda di un'antenna sarebbe opportuno utilizzare una linea con dielettrico in aria (doppino/scaletta) invece del coassiale, dato che tale tipo di linea permette di ridurre, per quanto possibile, le perdite

In secondo luogo, sebbene usare un'antenna "corta" (diciamo meno di 1/4 lambda) su lunghezze d'onda superiori sia possibile, come hai giustamente scritto, questa NON è una buona idea, di norma una multibanda si usa sulle lunghezze d'onda inferiori, ossia ad esempio un'antenna "tagliata" per i 40 metri potrà essere usata anche sui 20 e sui 10; fare il contrario è possibile (es. usare una 1/2 onda per i 10 metri sui 20 metri, dove sarà 1/4 d'onda), ma pretendere di usare un'antenna per gli 11 metri sugli 80 metri significa che, o si è in una condizione di emergenza oppure non si ha ben chiaro il funzionamento di un sistema radiante

A seguire, ci sarebbero anche da prendere in considerazione le perdite introdotte dalle varie topologie di reti di accordo, perdite che, anche in condizioni NON estreme potrebbero essere tutt'altro che trascurabili; come ho scritto più volte, preferisco la topologia L a ragion veduta, sia perché è la più semplice, sia perché, fatta salva la S (rif. PA0FRI) è quella che offre le perdite minori

Per concludere, oltre alla rete del letto, c'è gente che ha usato recinzioni in filo spinato, lampadine ed altro come antenne (quantomeno in TX), ma in tutti i casi si è sempre trattato di qualcosa fatto "per gioco"

[edit]

Poi ci sarebbe anche da parlare di quelli che, oltre ad usare un'antenna corta (es. una CB sugli 80 metri), siccome non hanno un buon segnale, invece di migliorare l'antenna, mettono su un lineare da qualche KW
Presa di terra :
manciata di terriccio che, cosparsa sulle apparecchiature elettroniche, ne migliora il funzionamento


IK3OCA

Salve, a seguito degli apprezzabili post di Trodaf_4912 e dei seguenti, riguardo alle perdite di un accordatore, che sono sicuramente influenzate dalla bassa R dell'antenna, mi pare il caso di precisare quale possa essere la reale importanza di tali perdite, in modo da orientare le nostre scelte a ragion veduta.

Si legge in giro che un accordatore, in generale, può perdere il 5 o 10% della potenza: se fosse così, ciò comporterebbe che le differenze del nostro segnale prodotte da tali perdite, rispetto al medesimo senza perdite, saranno IMPECETTIBILI allo S-Meter e all'orecchio del nostro corrispondente!

E perchè, invece, le perdite diano al nostro corrispondente una differenza di 1 punto S, necessita che l'accordatore disperda META' della potenza, e che, quindi, dei 100 watt in entrata, 50 vadano dispersi in calore, con risultati fisicamente sensibili appoggiando la mano sul case dell'accordatore, e figuriamoci se si trattasse di QRO!
Ma queste cose non capitano praticamente mai.

Con ciò non intendo dire che delle perdite dobbiamo fregarcene, ma che è il caso di valutarne correttamente l'effetto in termini  quantitativi, in modo a non farci terrorizzare dalla parola "perdite" senza che sia accompagnata da una valutazione reale.

Ovviamente il discorso vale anche per le perdite del cavo, eccetera.

73 Rosario




AZ6108

@Rosario

Non credo sia il caso di farsi prendere dal terrore delle "perdite", quantomeno non in HF; ma sottovalutarle può creare situazioni men che ideali, per dire, se uno mette in opera il sistema radiante come si deve, avrà quantomeno un'idea più meno precisa riguardo le perdite di segnale; ma se si parte con una linea di alimentazione che già presenta perdite... e le si considera trascurabili, poi si ignorano le perdite di un balun e/o quelle di un trasformatore di impedenza, quelle di una eventuale rete di accordo, quelle relative a giunzioni ed adattatori, quelle relative all'altezza dal suolo dell'antenna in rapporto alla lunghezza d'onda... beh, se uno, come dovrebbe, si mettesse a fare "il conto della serva" sommando, banalmente tali perdite, non solo riuscirebbe a rendersi conto delle reali perdite del proprio SISTEMA DI ANTENNA  (perché tale è), ma capirebbe anche cosa potrebbe ottimizzare

Bah... ok, sono un dinosauro criticone

Presa di terra :
manciata di terriccio che, cosparsa sulle apparecchiature elettroniche, ne migliora il funzionamento


trodaf_4912

#6
Capisco di non essermi espresso con completezza e vedo di rimediare.
I due grafici del mio primo post fanno riferimento ad un T classico.
Come si vede le curve A e B si riferiscono all'accordo di un carico Z=10+j0 per ottenere Z=50+J0. La curva A e' la peggiore  in quanto per ottenere tale accordo richiede una dissipazione interna del 40% della potenza in ingresso sui 160 metri. La curva B invece spende il 20% in dissipazione e questo dipende anche dalla potenza in ingresso che e' una variabile che entra in gioco.
La curva C invece fa riferimento ad un carico Z=60+j60 che e' vicino ai 50 Ω. Nonostante tutto la perdita e' del 5% sui 160 metri.
Per contenere questo, il circuito a T semplice e' stato modificato con un condensatore split in ingresso. Ad esempio il Magnum MT3000A e tutta la sua famiglia utilizza questo sistema :



Come si vede CV1 non e' piu' solo in serie ma e diviso con una sezione che va a massa. Negli MFJ a basso costo, ancora viene utilizzato il T classico, ma in accordatori di livello superiore la circuiteria e' quella del Magnum.
Esiste poi una procedura di accordo che e' utilizzata per ottenere si il  punto a minimo SWR ma con il minimo di dissipazione. Inizialmente CV2 viene messo alla massima capacita' e CV1 a meta' e poi si agisce sull'induttanza per ottenere il massimo dip di SWR. Si ritoccano CV1 e L fino a che non si va oltre. Successivamente si riduce CV2 leggermente e poi si opera su CV1 e L. Si va avanti cosi' fino ad ottenere il minimo SWR possibile. In pratica l'accordo migliore e' ottenuto con la capacita' di CV2 la piu' alta possibile. Cosi facendo si minimizza la dissipazione interna.
Mi si chiedera', perche' allora si utilizza un circuito a T e non un CL o LC ?.
La risposta e' che il T opera su tutti e 4 i quadranti della Carta di Smith senza l'aggiunta di commutatori che spostano C o L per trasformare il circuito o per inserire condensatori aggiuntivi.
Il seguente disegno chiarisce meglio di ogni parola :

A seconda del tipo di impedenza che si deve adattare e' meglio un CL o un LC. Dipende da dove si trova ZL.
Quindi, costruttivamente ed economicamente, per chi produce e vende il T e' il piu' economico da produrre e vendere.  Occorre solo fare attenzione al modo di accordarlo.
Un altro aspetto che spesso non si controlla nelle specifiche di un accordatore e' il range di funzionamento. Spesso si trova scritto che accorda con un max di 5 a 1 rispetto a 50Ω. Questo significa che riesce ad accordare carichi di 2500Ω.
Ottimo, ma al di sotto di 50Ω come la mettiamo ?
Prendiamo per esempio l'AT230 :

Il limite superiore e' 500Ω corrispondente ad un SWR=10, ma il range inferiore e' altrettanto importante.
Come si legge questo parte da 10Ω, corrispondente ad un SWR=5. Quindi quando si deve valutare un accordatore occorre valutare non solo in range sopra i 50Ω ma anche al di sotto. Piu' questo valore minimo e' basso meglio e'.
Spero di non essermi dimenticato nulla ma sicuramente non sara' cosi'.
Se qualcuno ti dedica del tempo apprezzalo sempre perché lo toglie al suo per dedicarlo a te


1KT01

"Ad esempio il Magnum MT3000A e tutta la sua famiglia utilizza questo sistema"


Quindi anche MT 1000/800 sono fatti così giusto? Solo che sono equipaggiati per meno potenza immagino.

Potresti mettere il circuito intero del MT Magnum?

Grazie!

AZ6108

@Trodaf

quel circuito deriva direttamente da "the ultimate transmatch" di Mc Coy e da diverse reinterpretazioni dello stesso

https://www.qsl.net/dl1gsj/html/transmatch.html

non è male, ma soffre di alcuni problemi comuni anche alla rete di accordo a T; personalmente continuo a preferire la L, anche perché, se BEN realizzata, copre comunque (e bene) la Smith [emoji41]
Presa di terra :
manciata di terriccio che, cosparsa sulle apparecchiature elettroniche, ne migliora il funzionamento


trodaf_4912

#9
Certamente che te lo posto 1KT01, tra l'altro mi e' comodo fargli le foto.
MT3000A


Spero ti possa essere utile.
Tieni presente che il wattmetro e' il classico circuito con un solo toroide e non assicura la linearita' su tutto lo spettro HF. Per ottenere una maggiore linearita' si utilizza un  circuito detto "Tandem match" che ho visto usare nel Magnum MT4000DX
Se qualcuno ti dedica del tempo apprezzalo sempre perché lo toglie al suo per dedicarlo a te

1KT01


davj2500

Ciao a tutti.

Volevo aggiungere a questo discorso qualche ragionamento e magari qualche numero.
Secondo me la prima cosa da non fare è tralasciare "per semplicità" la componente reattiva.
La seconda cosa da non fare, sempre secondo me, è assumere in questi frangenti che il coassiale abbia delle perdite che sì vadano considerate, ma che non cambino il succo del discorso.
Infatti, nelle condizioni di carico considerate, questi due punti hanno una preponderanza tale sul risultato finale, da rendere marginale qualunque altra considerazione come il tipo di accordatore o la linea 1/4λ o 1/2λ.

Per supportare quanto sopra, ho fatto alcuni calcoli e prodotto alcuni grafici.
Prendiamo come riferimento un dipolo lungo 0.2λ in 80m, che, simulato con NEC, presenta un'impedenza di R=8 X=-1400.
A questo colleghiamo un RG213/U "Belden 8267" di lunghezza variabile tra 0 e 1λ. Alla fine del coassiale, un accordatore ad L senza limiti di capacità ed induttanza, avente QL=100 e QC=2000.
Avendo questi dati, è possibile calcolare esattamente la potenza dissipata da ciascun componente.

La prima cosa che vorrei pubblicare è il grafico che mostra la dissipazione complessiva di RG213+tuner alle varie lunghezze di RG213:



Come si vede immediatamente:
1 - le perdite totali sono elevatissime (linea azzurra)
2 - l'accordatore ha un impatto rilevante sulle perdite quando la linea è cortissima, cioè centesimi di λ; oltre ciò, l'impedenza che l'accordatore si trova a gestire è talmente dominata dall'attenuazione (che la porta verso l'impedenza caratteristica della linea), che l'apporto dissipativo dato sul totale dall'accordatore diventa trascurabile;
3 - non sognamoci neanche ragionamenti tipo "ad un quarto d'onda vedo... e a mezz'onda invece...". Quando già siamo a 1/4λ il cossiale è totalmente annichilito dall'attenuazione e il diagramma di attenuazione è costante: come si vede, ad 1/4λ o 1/2λ non succede niente di speciale.

Questo invece è il grafico ottenuto usando 8+0j invece che 8-1400j, cioè trascurando la parte reattiva. Si noti la scala in dB sul lato sinistro:



Per maggiore chiarezza, ecco confrontati sullo stesso grafico l'attenuazione di 8-1400j e di quella ottenuta con 8+0j, cioè trascurando la componente reattiva:



Come si vede, il risultato di 8-1400j (in viola) è significativamente peggiore di quello ottenuto "semplificando" a 8+j0 (in verde).

Se fosse per me, prenderei tutti i grafici e le tabelle che trattano le impedenze con un solo numero (tipo "accorda da 10Ω a 1000Ω") e li metterei nella pattumiera. In particolare, le tabelle che indicano l'attenuazione di un accordatore in funzione di un carico puramente resistivo, sono corrette ma inutili e soprattutto fuorvianti.
Avendo una tabella che riporta solo l'attenuazione a 8+0j, viene la tentazione di usare quel dato in presenza di 8-1400j ignorando il "-1400j", ma è proprio quel "-1400j" che fa la differenza. Il tuner ad L usato nei calcoli accorda 8+j0 con un costo di 0.1dB, mentre per accordare 8-1400j il costo sale a 4.4 dB! Ignorare il "-1400j" ribalta le carte in tavolo.
Il problema è che quando usiamo l'accordatore, di norma non abbiamo carichi puramente resistivi, anzi, di solito hanno una forte componente reattiva che spesso cambia le prestazioni per qualche ordine di grandezza.

Per completezza metto anche il grafico degli stessi componenti ma con l'accordatore non più in stazione ma tra l'antenna e il coassiale:



In questo caso le perdite complessive si sono notevolmente ridotte e il grosso della dissipazione (4.4 dB) è a carico del circuito LC.

Purtroppo, usando l'accordatore in stazione per accordare antenne molto disadattate collegate tramite coassiale, specialmente se si tratta di antenne "corte", è inutile pensare di ottenere qualche vantaggio calcolando la lunghezza del cavo o scegliendo diverse tipologie di accordatore, in quanto la dissipazione del coassiale su carichi disadattati è talmente grande da rendere futile qualunque altro sforzo.

Ciao
Davide

trodaf_4912

Buongiorno Davide,
mi ricordo che avevi fatto un simulatore per l'accordatore a T con la possibilita' di selezionare il Q di ogni componente. 
Non riesco piu' a trovarlo, sei cosi' gentile da fornirmi il link dove posso eseguire il download ?
Grazie.
PS : sono in completo accordo per quanto riguarda il trascurare la reattanza. Oggi e' di modo fare finta che non esista e spazzarla sotto lo zerbino, tanto e' che tutti i trasformatori di impedenza non la citano mai e forniscono solo il rapporto tra la parte resistiva. 
Grazie.
Se qualcuno ti dedica del tempo apprezzalo sempre perché lo toglie al suo per dedicarlo a te


davj2500

Citazione di: trodaf_4912 il 08 Maggio 2022, 16:13:54
Buongiorno Davide,
mi ricordo che avevi fatto un simulatore per l'accordatore a T con la possibilita' di selezionare il Q di ogni componente.
Non riesco piu' a trovarlo, sei cosi' gentile da fornirmi il link dove posso eseguire il download ?

Ciao!
Il programma che circola non l'ho fatto io. Si trova qua: http://www.w1npp.org/ARES/HOSPIT~1/CMRRC.ORG/TUNER~1.HTM
Funziona molto bene ed è accurato.

Ciao
Davide

trodaf_4912

Un'altra cosa che mi frulla per la testa e' il Q della induttanza.
Q=XL/R dove XL e' la reattanza dell'induttanza e R e' la sua resistenza.
Ora, se R e' dipendente dal tipo di contatto e dalla sezione del filo, XL non e' costante in quanto varia nei due fattori  frequenza e e induttanza. Infatti se mi sposto tra le prese della induttanza e questa varia e quindi XL varia. Di conseguenza il Q non e' piu' quello che avevo calcolato all'inizio per la induttanza dalla prima all'ultima spira. 
Quindi nei calcoli delle perdite interne secondo me occorre tenere in considerazione anche la degenerazione del Q della induttanza.
Se qualcuno ti dedica del tempo apprezzalo sempre perché lo toglie al suo per dedicarlo a te

trodaf_4912

Grazie Davide ma non riesco ad accedere ne al sito nel a tuner.jar
Se qualcuno ti dedica del tempo apprezzalo sempre perché lo toglie al suo per dedicarlo a te

davj2500

Citazione di: trodaf_4912 il 08 Maggio 2022, 18:01:26
Un'altra cosa che mi frulla per la testa e' il Q della induttanza.
Q=XL/R dove XL e' la reattanza dell'induttanza e R e' la sua resistenza.
Ora, se R e' dipendente dal tipo di contatto e dalla sezione del filo, XL non e' costante in quanto varia nei due fattori  frequenza e e induttanza. Infatti se mi sposto tra le prese della induttanza e questa varia e quindi XL varia. Di conseguenza il Q non e' piu' quello che avevo calcolato all'inizio per la induttanza dalla prima all'ultima spira.
Quindi nei calcoli delle perdite interne secondo me occorre tenere in considerazione anche la degenerazione del Q della induttanza.

Il Q è utilizzato proprio perché data una certa qualità costruttiva del componente, determina la resistenza che va considerata in serie in base ad induttanza e frequenza.
Un procedimento "naive" di calcolo potrebbe essere così svolto:
1- si calcola l'accordo con componenti L e C ideali
2- stabiliti L e C, in base al Q si calcola RL e RC
3- si mette RL in serie a L e RC in serie a C
Il problema è che non appena si esegue il punto 3, il circuito risultante è cambiato e non accorda più l'impedenza scelta all'inizio. Cioè le componenti resistive non possono essere inserite a posteriori.

Per questa ragione il calcolo dissipativo è più complicato di così: fissato il Q, si devono usare dei valori L e C tali per cui una volta aggiunti i relativi RL e RC, diano l'accordo ottenuto. In altre parole, variando  QL e QC, anche i valori di L e C sono diversi per via dell'impatto che hanno le RL e RC risultanti.

Ciao
Davide

davj2500

Ciao Trodaf.

Ho allegato il file, sono solo 16k.
In futuro vedrò di fare un calcolatore online che calcoli T e le due varianti di L con relative dissipazioni, come già ho fatto per le linee di trasmissione.

Ciao
Davide

trodaf_4912

#18
Sei splendido come sempre.
Grazie.
Se qualcuno ti dedica del tempo apprezzalo sempre perché lo toglie al suo per dedicarlo a te


trodaf_4912

Da mio punto di vista, l'induttore di un accordatore a T, che sia con roller o a prese intermedie verso massa, si puo' pensare come due induttanze in serie L1 e L2 con L2 "cortocircuitata a massa". Dico cortocircuitata in quanto sarebbe cosi' se non fosse presente la resistenza di contatto nel punto in cui il cursore la cortocircuita oppure il punto in cui il deviatore la cortocircuita.
Posta I1 la corrente che circola nella bobina non cortocircuitata, questa, nel caso di resistenza di contatto nulla, potrebbe assumersi come l'unica corrente che circola nell'induttore. In realta' il contatto non ha resistenza nulla e quindi produce una serie di due induttanze dove la seconda, quella verso massa, e' il parallelo a questa resistenza di contatto. Pertanto si avrebbe una nuova corrente I2 che circola nel tratto di induttanza che teoricamente sarebbe cortocircuitata.
Insomma se la R di contatto fosse nulla allora la seconda corrente sarebbe nulla, ma se questa resistenza non lo e' allora questa seconda corrente non lo e' e quindi entra in gioco nel calcolo del Q totale.
Per quanto riguarda il calcolo delle due induttanze io faccio riferimento alla formula di Wheeler ma il computo del contributo della seconda corrente nel calcolo del Q totale della serie dei due induttori  diventa molto piu' complesso. 
E qui mi fermo e non so se sono riuscito a spegarmi correttamente.
Se qualcuno ti dedica del tempo apprezzalo sempre perché lo toglie al suo per dedicarlo a te

Skypperman

Ottima la disamina di Davide.
Quello che si desume è che usando l'accordatore "anche" per eliminare la componente reattiva di una antenna corta, in pratica va a fare il lavoro che dovrebbe fare la cosiddetta "bobina di carico", ed ovviamente se ne assume tutte le perdite. Se invece la bobina di carico già fosse presente (ad es. al centro dell'antenna), le perdite per compensare la reattanza capacitiva sarebbero tutte a carico della stessa bobina, mentre all'accordatore toccherebbe solo il compito di adattarne l'impedenza, con perdite del tutto trascurabili.

73, Alex - Skypperman
Un dollaro per la radio, 100 per l'antenna.

https://www.facebook.com/skypper.man     https://picasaweb.google.com/1SD019.alex       http://www.youtube.com/user/1SD019


trodaf_4912

Davide, con Z=8-j1400 e il tipo di cavo indicato al di sotto di 10 metri di lunghezza non sono riuscito a trovare l'accordo ne con un CL ne con un T. Con 5 metri di lunghezza di Belden si continua a girare sulla cfr esterna della Carta di Smith. L'accordo diventa via via piu' facile non appena si allunga la lunghezza del coassiale da 10 metri in poi in modo da portarsi all'interno della cfr estena grazie alle perdite nel cavo.
Se qualcuno ti dedica del tempo apprezzalo sempre perché lo toglie al suo per dedicarlo a te

davj2500

Citazione di: trodaf_4912 il 09 Maggio 2022, 20:21:26
Davide, con Z=8-j1400 e il tipo di cavo indicato al di sotto di 10 metri di lunghezza non sono riuscito a trovare l'accordo ne con un CL ne con un T. Con 5 metri di lunghezza di Belden si continua a girare sulla cfr esterna della Carta di Smith. L'accordo diventa via via piu' facile non appena si allunga la lunghezza del coassiale da 10 metri in poi in modo da portarsi all'interno della cfr estena grazie alle perdite nel cavo.

A che frequenza?

trodaf_4912

#23
3.6MHz, frequenza per la quale hai ottenuto 8-J1400.
Se qualcuno ti dedica del tempo apprezzalo sempre perché lo toglie al suo per dedicarlo a te

davj2500

Citazione di: trodaf_4912 il 10 Maggio 2022, 10:52:53
Davide, con Z=8-j1400 e il tipo di cavo indicato al di sotto di 10 metri di lunghezza non sono riuscito a trovare l'accordo ne con un CL ne con un T. Con 5 metri di lunghezza di Belden si continua a girare sulla cfr esterna della Carta di Smith. L'accordo diventa via via piu' facile non appena si allunga la lunghezza del coassiale da 10 metri in poi in modo da portarsi all'interno della cfr estena grazie alle perdite nel cavo.
3.6MHz, frequenza per la quale hai ottenuto 8-J1400.

Dunque, Belden 8267, lunghezza 5m, frequenza 3.6 MHz, impedenza di carico 8-1400j presenta all'ingresso 0.338-71.782j.
Usando i soliti  QL=100 e QC=2000 otteniamo:


Lo-pass, step-up:
----+---[L]--+
    |        |
  [C1]     [LOAD]
    |        |
----+--------+

C1(pF)=5807.1  L(uH)=3.5  loss(dB)=-5.3



Hi-pass, step-down:
--[C1]--+----+
        |    |
       [L] [LOAD]
        |    |
--------+----+
C1(pF)=94.7  L(uH)=2.8  loss(dB)=-5.4



T:
--[C1]--+--[C2]--+
        |        |
       [L]     [LOAD]
        |        |
--------+--------+
C1(pF)=89.3  L(uH)=3.0  C2(pF)=6000.0  loss(dB)=-5.7


Ciao
Davide