ZETAGI HP156S specifiche non mantenute

Aperto da Franco Balestrazzi, 14 Agosto 2019, 14:22:45

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Franco Balestrazzi

Mi sono trovato in mano un alimentatore Zetagi HP156S le cui caratteristiche sono
Vout da 4 a 16V
Iout max = 7A
Stabilita' da vuoto a max carico (7A) =1%
Ho voluto testarlo per vedere se quanto scritto era veritiero.
Nessun problema per la regolazione di tensione.
Imponendo un carico da 6A @ 13.5V la tensione in uscita calava a 12,4V corrispondente all'8.4% e cioe' ben lontana dall'1% dichiarato.
Ho recuperato lo schema che allego.
Per prima cosa si vede il trasformatore a presa centrale (12-0-12)con due diodi (1N5402) che generano la componente positiva pulsante e due condensatori da 2200uF/25V. Infatti la tensione livellata sui condensatori e' di 24Vdc e quindi non supera la tensione di lavoro di questi ultimi. Il cuore del circuito e' il uA723 vecchio ma pur sempre valido regolatore di tensione con in cascata un BD139 e un 2N3055. Schema classico, niente da dire. All'inizio, poiche' richiedevo una corrente di 6A e quindi prossima alla max di 7A, ho pensato che fosse l'iniziale intervento della protezione in corrente ma cortocircuitando la Rsc la caduta rimaneva. Allora ho misurato la tensione sul pin di uscita del regolatore ed ho letto 14,9V. Infatti 13.5Vout + 0.7 Vbe  del 2N3055 e 0.7 del BD139 da esattamente 14.9V.
Per funzionare correttamente il regolatore necessita di una tensione differenziale tra ingresso e uscita di almeno 3V. Allora se sommiamo 14,9+3=17.7V tensione che deve essere almeno di 17.9V. Purtroppo sotto carica i 24V cadono a 17.5V e quindi la regolazione corretta non e' piu' assicurata.
Il problema si puo' risolvere utilizzando un ponte di Graetz al posto dei due diodi e il secondario completo (24Vac) del trasformatore. Nasce pero' un problema : 24Vac * 1.73 = 41.52V che e' superiore ai 40V max sopportabili dal regolatore. Scartando tale soluzione, ho notato che i due diodi 1N5402 sono diodi da 3A e non 7A ed inoltre la loro Vf=1.2V. Ho risolto il problema sostituendo i due diodi con due BYV39-45 che avevo in casa. Questi sono diodi Shottky che sopportano 16A con una Vfmax=0.6V recuperando cosi' (1.2-0.6)x2 )=1.2V sulla linea di alimentazione (17.5+1.2)=18,7V assicurando cosi' 3.9V di tensione differenziale al regolatore. Inoltre ho sostituito i due condensatori da 2200uF/25V con due da 4700uF/35V. Adesso anche con 6A di corrente di carico l'alimentatore su comporta bene anche se e' un po' sensibile alla RF di rientro in VHF, come lo era anche precedentemente.
Spero di non avere tediato nessuno, questo voleva essere solo un esercizio su come interpretare le "specifiche" Zetagi e come eventualmente risolverle.
73'


i5wnn

Citazione di: IK4MDZ-Franco il 14 Agosto 2019, 14:22:45
Mi sono trovato in mano un alimentatore Zetagi HP156S le cui caratteristiche sono
Vout da 4 a 16V
Iout max = 7A
Stabilita' da vuoto a max carico (7A) =1%
Ho voluto testarlo per vedere se quanto scritto era veritiero.
Nessun problema per la regolazione di tensione.
Imponendo un carico da 6A @ 13.5V la tensione in uscita calava a 12,4V corrispondente all'8.4% e cioe' ben lontana dall'1% dichiarato.
Ho recuperato lo schema che allego.
Per prima cosa si vede il trasformatore a presa centrale (12-0-12)con due diodi (1N5402) che generano la componente positiva pulsante e due condensatori da 2200uF/25V. Infatti la tensione livellata sui condensatori e' di 24Vdc e quindi non supera la tensione di lavoro di questi ultimi. Il cuore del circuito e' il uA723 vecchio ma pur sempre valido regolatore di tensione con in cascata un BD139 e un 2N3055. Schema classico, niente da dire. All'inizio, poiche' richiedevo una corrente di 6A e quindi prossima alla max di 7A, ho pensato che fosse l'iniziale intervento della protezione in corrente ma cortocircuitando la Rsc la caduta rimaneva. Allora ho misurato la tensione sul pin di uscita del regolatore ed ho letto 14,9V. Infatti 13.5Vout + 0.7 Vbe  del 2N3055 e 0.7 del BD139 da esattamente 14.9V.
Per funzionare correttamente il regolatore necessita di una tensione differenziale tra ingresso e uscita di almeno 3V. Allora se sommiamo 14,9+3=17.7V tensione che deve essere almeno di 17.9V. Purtroppo sotto carica i 24V cadono a 17.5V e quindi la regolazione corretta non e' piu' assicurata.
Il problema si puo' risolvere utilizzando un ponte di Graetz al posto dei due diodi e il secondario completo (24Vac) del trasformatore. Nasce pero' un problema : 24Vac * 1.73 = 41.52V che e' superiore ai 40V max sopportabili dal regolatore. Scartando tale soluzione, ho notato che i due diodi 1N5402 sono diodi da 3A e non 7A ed inoltre la loro Vf=1.2V. Ho risolto il problema sostituendo i due diodi con due BYV39-45 che avevo in casa. Questi sono diodi Shottky che sopportano 16A con una Vfmax=0.6V recuperando cosi' (1.2-0.6)x2 )=1.2V sulla linea di alimentazione (17.5+1.2)=18,7V assicurando cosi' 3.9V di tensione differenziale al regolatore. Inoltre ho sostituito i due condensatori da 2200uF/25V con due da 4700uF/35V. Adesso anche con 6A di corrente di carico l'alimentatore su comporta bene anche se e' un po' sensibile alla RF di rientro in VHF, come lo era anche precedentemente.
Spero di non avere tediato nessuno, questo voleva essere solo un esercizio su come interpretare le "specifiche" Zetagi e come eventualmente risolverle.
73'
Io avevo un ponte da 23A con un declared di 30. La cosa si commenta da sola.

inviato PRA-LX1 using rogerKapp mobile


ik2nbu Arnaldo

Ottimo Upgrade !

Purtroppo alcuni marchi commerciali dichiarano potenze di targa superiori a quelle erogate,
confidando nell'ignoranza elettronica degli acquirenti.... [emoji27]

Arnaldo

forza12

per i rientri RF prova una VK200 seguita da un 100nF ceramico sul positivo di uscita
Yaesu FT817 HF/VHF/UHF --  kenwood ts2000x -- Galaxy Pluto -- icom 2820 -- 144.800 aprs digipeter - 144.800 Igate APRS via sdr
it9ewl@gmail.com    Milazzo ME SICILIA webSDR : http://it9ewl.ddns.net/   multiband SDR CB 50 VHF UHF SHF
IT9EWL -- 1FRI879 -- MATTEO RADIO MTM


enrico.s

73 a tutti,

Franco, complimenti per l'analisi, credo sarà utile a coloro che non si spiegano come mai il loro alimentatore si siede, sono d'accordo con quanto scritto da Arnaldo, le case costruttrici giocano molto sull'incompetenza degli utilizzatori, ci sono in circolazione alimentatori dichiarati da 5 amp. che come finali usano una coppia di 7812 in parallelo !!! trasformatori sottodimensionati e cablaggi con fili tipo abatjaour, e li fanno anche pagare !!!
Enrico  IU2KCL
TOKAI PW 5024 - KENWOOD  940/870/690/711 /811/140 KENWOOD THF7- YAESU 757 YAESU VR 5000 YAESU FT212 RH  YAESU FT2700 RH YAESU FT 2200 YAESU VX 7R

Franco Balestrazzi

Grazie a tutti e buon ferragosto nonostante abbia forato una gomma stamane e la mia vettura non ha il ruotino ma il compressore e lo spray agglomerante. I gommisti sono chiusi fino al 26 agosto. Mi sa che dovro' rivolgermi ad un autosoccorso. A parte questo OT, le specifiche dichiarate da alcune case sono retaggi del periodo rampante della CB. Potenze di amplificatori elargite con il badile, correnti erogate raddoppiate e chi piu' ne ha piu' ne metta. Che dire poi della confusione da loro introdotta tra la potenza media, potenza P.e.P., potenza massima in key down e altre furberie senza tenere conto del rendimento dell'amplificatore a seconda della classe di lavoro. Ritornando all'alimentatore in questione il povero 2N3055 e' montato non su un dissipatore alettato ma su una lamiera di alluminio piana che fa da sostegno al contenitore. Il frontale del contenitore e' di materiale plastico, insomma un prodotto fatto veramente al risparmio. In confronto i mattoni cinesi sono di lusso.
Saluti a tutti e buon ferragosto,
73'


kz

Più che concentrarci sull'ignoranza degli utenti e consumatori forse sarebbe il caso di guardare alla scorrettezza commerciale (eufemisticamente) di chi dichiara dei dati prestazionali che non rispondono alla realtà.
Altrimenti è come dare la responsabilità del "dieselgate" agli utenti che non hanno analizzato i gas di scarico o il firmware delle centraline di accensione/iniezione della loro auto...


LuckyLuciano®

Citazione di: IK4MDZ-Franco il 15 Agosto 2019, 12:05:59
A parte questo OT, le specifiche dichiarate da alcune case sono retaggi del periodo rampante della CB. Potenze di amplificatori elargite con il badile, correnti erogate raddoppiate e chi piu' ne ha piu' ne metta. Che dire poi della confusione da loro introdotta tra la potenza media, potenza P.e.P., potenza massima in key down e altre furberie senza tenere conto del rendimento dell'amplificatore a seconda della classe di lavoro. Ritornando all'alimentatore in questione il povero 2N3055 e' montato non su un dissipatore alettato ma su una lamiera di alluminio piana che fa da sostegno al contenitore. Il frontale del contenitore e' di materiale plastico, insomma un prodotto fatto veramente al risparmio. In confronto i mattoni cinesi sono di lusso.
Saluti a tutti e buon ferragosto,
73'


Esatto. Non c'è un prodotto CB che non sia "pompato" sulle proprie caratteristiche. Tranne un paio di marche come CEP o Microset, il resto è puro cazzeggio tecnico. Numeri a caso, prestazioni dichiarate in modo casuale.
Non si può descrivere la passione, la si può solo vivere®
La stanchezza passa, le ferite guariscono, la gloria...è eterna©
Homines, dum docent, discunt™

urri

CitazioneEsatto. Non c'è un prodotto CB che non sia "pompato" sulle proprie caratteristiche. Tranne un paio di marche come CEP o Microset, il resto è puro cazzeggio tecnico. Numeri a caso, prestazioni dichiarate in modo casuale.
Ci sono prodotti di marca cinese che funzionano egregiamente e costano la metà, non voglio fare pubblicità, ma sarebbe bello testare anche qualcuno di quelli.
73 by Antonio


madison

Bravo Urri...e sai cosa spendi   [emoji12]  [emoji12] Madison .

Rommel

#10
Salve a tutti.

Non sono un progettista professionista di alimentatori, ma nella mia "autocostruzione" hobbistica, mi sono sempre attenuto ad alcune semplici regole che fin'ora mi hanno permesso di costruire alimentatori perfettamente funzionanti.

Per esempio per quanto riguarda il condensatori elettrolitici, dopo il ponte raddrizzatore, la regola è:

2000uF/A
cioè 2000 uF ogni ampere che serve in uscita quindi per 7A servirebbe almeno 14000 uF, in pratica 3 condensatori da 4700.

I diodi raddrizzatori dovrebbero essere abbastanza sovradimensionati, perché lo spunto di corrente in fase di accensione dell'alimentatore e quindi di massima corrente erogata dai diodi ai condensatori che si devono caricare a partire da 0V, è molto elevato ed anche se è vero che i diodi sopportano comunque spunti di corrente molto superiori al valore massimo, mi sono capitati ponti raddrizzatori da 30A saltati anche su alimentatori da 7 o 10 ampere, naturalmente dopo parecchio tempo di utilizzo.

Per poter erogare 7A in DC, il trasformatore deve poter erogare 7 x 1,41 A in ac, cioè 9,87 A, diciamo 10A.

Gli alimentatori che funzionano con 2 diodi invece che con il classico ponte a 4 diodi, nascondono quasi sempre una "fregatura", e faccio un esempio con gli stessi parametri indicati prima:

Un alimentatore con trasformatore a singolo secondario che deve erogare 7A deve avere un avvolgimento secondario fatto con un filo in grado di reggere 10 A, e questo filo permette di avere una caduta in tensione tra vuoto e carico max in alternata di un determinato valore (per esempio 10%).

Se lo faccio con 2 secondari collegati come nello schema dell'alimentatore HP156S, ogni secondario, per avere la stessa caduta vuoto/carico, dovrebbe avere lo stesso filo del caso precedente, anche se come riscaldamento sarebbe dimezzato, perché su ogni avvolgimento passerebbero 10A ma solo durante una sola semionda, quindi in questo caso il trasformatore avrebbe un secondario di ingombro doppio (e costo quasi doppio) rispetto al caso di un solo secondario.
Per evitare problemi di costo, i 2 secondari sono stati sicuramente calcolati per erogare solo 5A ognuno, in modo da avere lo stesso ingombro della versione a singolo secondario è più o meno lo stesso riscaldamento, perché durante una semionda sono obbligati ad erogare il doppio di 5A (quindi riscaldamento enormemente maggiore) ma poi hanno una pausa di erogazione (altra semionda) dello stesso tempo.

Il risultato finale è che un trasformatore da 10A a singolo avvolgimento che ha una caduta vuoto/carico del 10%, nella versione a 2 secondari avrebbe una caduta molto superiore (ad esempio 20%).

Poi volevo chiederti una informazione, i fili smaltati di uscita dei secondari del trasformatore sono accessibili?

Ti chiedo questo perché se fosse possibile separare i 2 fili presenti nella presa centrale del trasformatore, si potrebbero mettere in parallelo i due avvolgimenti (rispettando naturalmente le fasi per non mandarlo in corto), e sostituendo i 2 diodi con un ponte avresti un trasformatore che può erogare il doppio della corrente, quindi molto meno problemi tra vuoto e carico.

Saluti a tutti da Alberto.

Franco Balestrazzi

#11
Premesso che le considerazioni scritte scaturiscono da un favore fatto ad un collega che si lamentava del fatto che nel suo HP156S calava la tensione sotto carico e quindi mi ha chiesto di verificare il perche' ed eventualmente fare il possibile per risolverlo, vengo a rispondere ad alcune domande.
Partiamo dal trasformatore, come gia' scritto ha un secondario 12-0-12 e quindi anche se fosse possibile separare i due secondari e successivamente parallelizzandoli ed utilizzando un ponte si otterrebbero 20Vdc a vuoto (ovviamente con i condensatori) che sotto carico calerebbero sicuramente. Secondo punto, non ne vale la pena poiche' dopo occorrerebbe modificare anche il dissipatore del 2N3055 utilizzando un sistema alettato e sconvolgendo cosi' la struttura del contenitore. Successivamente occorrerebbe portare il sensing sulle boccole di uscita per "riprendere" la caduta di tensione introdotta daila corrente sui collegamenti tra la scheda e le boccole di uscita, insomma non avrebbe senso. Ricordo che anche 0.05 OHm su 7A produce una caduta di 0.35V moltiplicati per due (0.7V) in quanto i fili positivo e negativo che raggiungono le boccole sono due.Insomma e' del tutto inutile "trasformarlo" in quello che non e'. Con quei due piccoli accorgimenti che ho eseguito adesso eroga 7A senza che la tensione di uscita subisca un calo percettibile (in pratica l'ago dello strumento quasi non si muove dai 13,5V).
Se vuoi, ti suggerisco di leggere il calcolo e progetto di un alimentatore Heavy Duty da 30A continui che pubblicai nel settembre del 1994 su CQ Elettronica. In questo articolo vengono descritte anche le due tipologie di alimentatori switching confrontate con la tipologia lineare che e' quella da me scelta per tale progetto.
Nello schema non e' riportato, per dimenticanza, l'NTC utilizzato sul primario del trasformatore per rendere piu' umano lo start e la carica del condensatore da 64000uF all'accensione. Nel progetto ci sono due trasformatori e due circuiti che generano il primo la tensione per i 6 x 2N3055 e i due driver, mentre il secondo genera una tensione piu' bassa per l'alimentazione del solo circuito di regolazione. La protezione e' di tipo foldback.
73'

Rommel

Salve a tutti.

Una domanda.

Perché dici che mettendo in parallelo i 2 secondari avresti solo 20 Vdc a vuoto dopo il ponte?

Tracurando la caduta di un diodo in più avresti a vuoto esattamente la stessa tensione che hai musurato tu cioè 24Vdc che corrisponde sicuramente ad un trasformatore che eroga a vuoto 24 : 1,41 = 17 Vac

In pratica attualmente il trasformatore dovrebbe erogare a vuoto 17 + 17 Vac, mentre mettendoli in parallelo avresti 17 Vac con corrente doppia, anzi diciamo con resistenza interna dimezzata e quindi caduta dimezzata tra vuoto e carico.

In questo caso a carico invece che scendere a 17,5 come hai indicato tu scenderebbe solo fino 20,7, quindi una tensione più che sufficiente per farlo lavorare bene.

Inoltre il resto delle caratteristiche possono rimanere invariate, cioè lasciare sempre 7A d'uscita che in questo caso sarebbero erogate con molti meno problemi, inoltre potresti lasciare il dissipatore come è all'origine.
L'unica sostanziale modifica sarebbe mettere un ponte raddrizzatore al posto dei 2 diodi.

Saluti a tutti da Alberto


Franco Balestrazzi

#13
Scusa ho sbagliato il trasformatore e' 19-0-19 Vac., chissa' perche' ho scritto 12-0.12. In ogni caso la tensione raddrizzata non puo' superare il valore di picco ottenuto  e cioe' (19*1.41)-0.7=25.9Vdc. Utilizzando il trasformatore a presa centrale e due diodi si ottiene questo. Se si avesse un secondario unico da 19Vac e si utilizzasse un ponte giocoforza si otterrebbe la stessa tensione raddrizzata ma con 0.7V in meno a causa del secondo diodo del ponte. Se, e dico se in quanto e' impregnato, si potesse aprire e separare i due secondari mettendoli in fase e si utilizzasse un ponte, si otterrebbe la stessa tensione con un probabile raddoppio, ma non al 100% della corrente in uscita dal trasformatore. Questo andrebbe bene se il trasformatore non avesse le caratteristiche di corrente erogata sufficenti. Ma non e' questo il caso. La tensione Vac misurata ai capi del trasformatore e' la Vefficace che e' minore della tensione di picco. Quella che misuriamo con il multimetro e' la Vefficace che corrisponde a quella di picco moltiplicata per 0.707. Infatti 19Vac misurati corrispondono a 26V e rotti di picco, tensione che una volta raddrizzata e livellata, costituiscono l'alimentazione del gruppo regolatore dell'alimentatore. La costante di 1.41 che moltiplicata per la tensione alternata letta ai capi del trasformatore altro non e' che l'inverso di 0.707. La tensione raddrizzata e livellata si abbassa perche' non si puo' mettere un condensatore di capacita' infinita e il problema si presenterebbe anche con due secondari in parallelo dal momento che il trasformatore attuale e' in grado di erogare la corrente richiesta.
73'

Rommel

Salve a tutti.

Comunque l'abbassamento di tensione sotto carico in DC dopo il ponte raddrizzatore, cioè ai capi degli elettrolitici di livellamento, non dipende solamente dalla capacità dei condensatori (di cui consiglio un valore 2000 uF/A per avere un ripple tra il 10 ed il 15% a pieno carico), ma anche e soprattutto dall'abbassamento della tensione alternata tipica di un trasformatore.

Più è bassa la resistenza interna dell'avvolgimento secondario e meno si abbassa la tensione in alternata tra vuoto e carico a parità di carico, quindi la caduta che hai con la configurazione a zero centrale e 2 diodi è doppia rispetto a quella che avresti con i 2 secondari in parallelo (sempre che sia possibile metterli in parallelo).
E' per questo che considero una fregatura gli alimentatori progettati con 2 secondari connessi a zero centrale e 2 soli diodi raddrizzatori.
Molto meglio, nello stesso spazio all'interno del trasformatore, un avvolgimento unico con filo di sezione doppia e ponte a 4 diodi.

L'uscita di un trasformatore non deve essere considerato come un generatore di alternata ad ampiezza fissa, ma variabile a seconda del carico applicato. Si può abbassare dal 10 al 20% e più si abbassa e maggiore è la potenza dissipara all'internmo dell'avvolgimento quindi il suo riscaldamento.

Se lo si sovraccarica riducendo la sua tensione al 50% di quella a vuoto, significa che il trasformatore dissipa in calore la stessa potenza del carico.

Bisogna considerare che i fili smaltati mediamente sono progettati per resistere 20000 ore a 155 (classe F) o 180 gradi (classe H).
Ce ne sono anche tipi da 200 o 220°, ma sono meno utilizzati.
Se lo si fa surriscaldare troppo, oltre la temperatura prevista dalla sua classe, lo smalto si deteriora rapidamente e le spire potrebbero andare in corto.

Saluti a tutti da Alberto.

Franco Balestrazzi

#15
Il trasformatore è una macchina elettrica statica (definizione presente sull'Olivieri Ravelli). Ogni volta che si richiede carico sul secondario si ha una ripercussione sul primario dove viene generata una fcem che fa diminuire il flusso generato e che, concatenato al secondario, ne produce la tensione di uscita in funzione del rapporto di trasformazione. Quindi, a meno di avere realizzato un secondario con filo di sezione bassa che può essere uno dei motivi ma non il solo dell'abbassamento della tensione sotto carico. Ponendo in parallelo due secondari, poiché la resistenza di ogni avvolgimento è estremamente bassa ma mai uguale, al concatenarsi del flusso, si generano due tensioni diverse, anche se di pochissimo, nei due avvolgimenti e questa differenza di tensione fa sì che circoli una corrente di maglia interna non trascurabile non disponibile al carico aumentando la dissipazione del trasformatore stesso e generando una fcem sul primario con gli effetti descritto. Ecco perché preferisco non mettere in parallelo due secondari se proprio non ci sono per il collo.
Per quanto riguarda il calcolo della capacità di livellamento io uso la formula di una semplice retta. Poiché la frequenza è 50Hz e raddrizzata diventa 100 Hz, la distanza tra un picco e quello seguente    è 10ms. Se tollero una caduta di 5V con 7A di carico,ad esempio, la capacità risultante sarà C=7*(10/5)= 0.014 F e cioè 14000uF. La formula che usi tu è quella riportata sull'handbook
di Nuova Elettronica.