Tecnica degli amplificatori HI-FI audio ed amplificatori lineari RF

Aperto da undo, 26 Novembre 2008, 20:04:17

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scienziato

Citazione di: undo il 11 Maggio 2009, 16:35:23
Ciao R5000!! Come al solito ti accorgi sempre dei miei lavori, GRAZIE per gli apprezzamenti, speriamo sia di gradimento agli amici del forum, li ho visti in picchiata verso queste schede eco ed ho pensato di pubblicare uno dei miei progetti, ammesso e concesso che gli amici del forum prendano in considerazione il piccolo modulo eco, sarò curioso di vedere le loro realizzazzioni sempre che qualcuno ne abbia voglia di mettersi all'opera, adesso li sto vedendo accelerati contro il software di simulazione dei circuiti elettronici e progettazione di traccia su circuito stampato, hanno una foga da ciclisti veterani mi piace il loro spirito di realizzazzione virtuale ora vedremo quello materiale, sono veramente contento di comunicare con voi tutti, per quanto riguarda i cavi; AIUTO!! Non me ne parlare meglio evitare polemiche che quando riguardano e toccano il lato del mio lavoro preferisco sotterrare il discorso oppure disotterrare l'ascia di guerra ammazzacommercianti!! BYE                                             :miiii: 
bravo undo lìimpegno che ci metti nelle cose e notevole esi vede anche se non siamo di presenza!!
te lo dice uno che da quando avevo 14 anni che sono con lelettronica e ho fatto sempre tutto con le mie sole forze !!!
continua cosi !! :up: :up: :up: :up: :grin: :grin: :grin: :grin:
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undo

Salve!! Con questo post cercherò di far leggere qualcosa di interessante agli appassionati di HI-FI, in pratica descriverò la costruzione simulazione e funzionamento di un tipo di tecnica usata in HI-FI il collegamento a super triodo


S.T.C
.


Super triode connections, collegamento a super triodo; Tale configurazione è stata inventata da Shinichi Kamijo un JAP tutto Pepe, la connessione a super triodo in pratica utilizza una valvola triodo come controreazione in continua ed in alternata(correnti BF) al posto del solito circuito R.C. ed oltretutto non sono presenti condensatori nel percorso del segnale, il circuito a super triodo si può utilizzare a prescindere dal tipo di dispositivo finale utilizzato sia esso un tetrodo un triodo o un transistor. Il circuito da me utilizzato è costituito da quattro tubi, EF 86-12AX7-6J5-6V6. In questa interessante realizzazione presenterò il circuito stampato da me progettato e realizzato spiegandone l'implementazione e l'ingegno personale applicato a tale circuito.

Inizierò con il descrivere la scelta del tipo di fissaggio delle valvole noval e octal al circuito stampato; ho volutamente saldato le valvole noval direttamente al circuito stampato (non ho utilizzato zoccoli) preparandone preventivamente i piedini di tali tubi, pulendoli con carta abrasiva molto sottile e prestagnandoli, potrebbe sembrare un operazione difficile perché richiede amore e costanza ma soprattutto bisogna fare i fori con molta precisione, quindi per chi non è addetto ai lavori sembrerà un qualcosa di irrealizzabile ma con un po' di impegno si può fare tutto. Gli altri due tubi octal ed il raddrizzatore sono stati montati nel circuito utilizzando gli appositi zoccoli e saldando gli stessi zoccoli al circuito stampato.

Schema elettrico

Descriverò lo schema elettrico di questo amplificatore B.F. partendo dalla valvola preamplificatrice:
La valvola preamplificatrice è la famosa EF86 valvola Europea  ben indicata per i circuiti preamplificatori B.F. tale valvola non soffre di fenomeni di microfonicità oltretutto è molto silenziosa,   il guadagno in questo circuito è di circa 4 volte la tensione B.F. applicata in ingresso, osservando lo schema elettrico si può notare il collegamento della placca della EF86 con il collegamento diretto alla griglia della 12AX7 ed il collegamento al catodo di tale valvola tramite una resistenza da 8,2KΩ, l'elemento non lineare del circuito è costituito da una 6J5 la quale è collegata  alla placca della 12AX7 tramite una resistenza da 330K  la 12AX7 a sua volta è collegata direttamente con la placca della valvola finale che è alimentata dal trasformatore di uscita, la 6J5 ha il catodo e la griglia uniti tra loro e collegati al partitore resistivo R3 e VR2 che polarizzano il catodo della EF 86, la G1 della valvola finale 6V6 è pilotata dal segnale preamplificato presente nella placca della EF86,  il catodo della 12AX7 è collegato direttamente con la G1 della valvola finale e provvede ad applicare la giusta controreazione, la 6J5 in questa configurazione rende la controreazione  completamente controllata  in tensione. La valvola finale 6V6 ha la G2 alimentata tramite un diodo di blocco (D1)1N4007 con una tensione di 284 V  in placca è alimentata dal trasformatore di uscita con una tensione di circa 350V , il catodo di questa valvola è alimentato da una tensione che si può regolare tramite il trimmer VR2 da 5K, tale tensione è stata regolata a circa 35 volt (la tensione tra catodo e griglia è di 25V) . L'ingresso del trasformatore di uscita è alimentato tramite un diodo di blocco (D2) IN4007 il quale fornisce una tensione di circa 310V. Ricordo che questa circuitazione deve essere considerata una circuitazione che lavora in tensione e non in corrente (come i transistor) quindi il non voler accettare mentalmente il funzionamento di questo circuito (per qualcuno) è legato al fatto che si ha l'abitudine di pensare al funzionamento di un circuito che lavora in corrente. In pratica le valvole sono interconnesse e si autocontrollano ed autoalimentano in continua ed in alternata (tensioni ad audiofrequenza) (notare la placca della EF86) previa delle tensioni circolanti all'interno dei tubi stessi, il feedbak o la controreazione viene ottenuta tramite la 12AX7 triodo che opera in due modi; tale triodo controlla il guadagno in tensione, infatti la 12AX7 riporta in ingresso alla G1 della valvola finale 6V6 una porzione di segnale che preleva dalla placca della valvola finale 6V6 previa accoppiamento diretto, e lo riporta in ingresso alla G1 della valvola finale  in opposizione di fase, controllandone e stabilizzandone il guadagno, e controllando la tensione  che viene applicata alla placca della EF86, quindi la 12AX7 controlla il funzionamento di tutto l'anello feedbak. Questo circuito ben si presta a varie sigle di valvole e con poche e semplici modifiche si ottiene sempre un ottimo risultato, i filamenti delle valvole sono stati collegati in parallelo tramite filo unipolare da 1,5mm intrecciato idem per il collegamento della tensione AC al raddrizzatore.

Trasformatori di uscita


Per i trasformatori di uscita ho utilizzato due Stancor militari con impedenza di ingresso di circa 6K e 150mA di corrente al primario e due uscite a 16Ω per ogni TR (BOMBA H Da 1,5Kg cad.) premetto che i TR di uscita da me utilizzati non hanno niente a che spartire con "pippe" mentali cioè l'amplificatore lavora bene con qualsiasi marca di TR (non è vero non credetegli) anche se è consigliabile utilizzare dei buoni TR di uscita per Single Ended che abbiano una potenza di uscita di almeno 20Watt per non essere saturati e con l'impedenza del primario di almeno 5K ed una corrente del primario di almeno 80mA meglio se 100mA per l'impedenza del secondario vanno bene anche8~16 Ohm(arrangiatevi!!) (HI!! HI!!! HI!!!).

Alimentatore

I raddrizzatori sono due,  a ponte di diodi e ognuno è costituito da quattro diodi 1N4007 e sono stati realizzati all'interno di due contenitori vuoti completi di zoccolo maschio di due valvole metalliche octal,  i condensatori di livello sono due per ogni ramo di marca Philips collegati in serie hanno una tensione di 200V ognuno ed una capacità di 2200µF per condensatore, le induttanze filtro sono due da 4Hy (una per ogni canale) 170Ω di resistenza in corrente continua e 2500V di isolamento, le induttanze sono collegate con un capo all'uscita del ponte di diodi, l'altro capo è collegato ai condensatori di filtro, tali condensatori così collegati si caricano gradualmente evitando sovracorrenti richieste dalla carica iniziale onde evitare di far saltare qualche diodo del ponte raddrizzatore.  

Trasformatore di alimentazione

Il trasformatore di alimentazione per questo amplificatore è stato realizzato in un telaio a parte(nelle foto non compare), il collegamento tra alimentatore e amplificatore avviene tramite un cavo multipolare ed uno spinotto Octal, il primario di questo trasformatore è a 220V, il secondario per l'anodica ha una tensione di 250V.AC. (minimo 100mA) che raddrizzata e poi elevata per un fattore di 1,41 si ha una tensione all'uscita del ponte di diodi di circa 352 V CC. La tensione per i filamenti di tutte le valvole è di 6,3V AC (minimo 5A) con l'avvolgimento che ha lo zero al centro il quale deve essere tassativamente collegato al negativo del circuito per evitare ronzii.

Chassis

Per quanto riguarda il cabinet  chi realizzerà questo amplificatore potrà utilizzare il telaio che vuole aperto oppure in contenitore chiuso, metallico o in legno.

Potenziometri commutatori

I potenziometri che ho utilizzato per ciascun canale sono dei potenziometri clarostat da 20K, il commutatore è un due posizioni due vie, naturalmente ognuno deciderà quale tipo di commutatore utilizzare in base agli apparati che si vogliono collegare all'amplificatore.

Risultato sonoro

Personalmente ho collegato il presente finale ad una coppia di casse acustiche ad alto rendimento, le mie impressioni all'ascolto sono state molto positive, il suono si presenta ben equilibrato, le frequenze alte sono molto nitide ben rifinite ma mai aggressive, il basso è potente e ben controllato, ho comunque voluto collegare il suddetto  finale ad un sub con relativi medio- alti completo di filtro crossover, ho potuto comunque apprezzare un buona fedeltà ed un ottima immagine sonora. La potenza nel mio esemplare si attesta all'incirca sui 6-7Watt RMS  comunque vi posso assicurare che questo tipo di configurazione circuitale spreme al massimo il triodo in configurazione single ended  senza intaccare la fedeltà del suono e senza abbreviare la vita della valvola finale.

Nome della macchina (da musica)

Per quanto riguarda il nome ho voluto chiamare questo finale con il nome di un famoso film: Stargate o porta delle stelle, non vorrei sembrare megalomane ma ogni scarrafone è bello per papà suo!! Comunque chi realizzerà questo finale utilizzando ottimi trasformatori di uscita non rimarrà deluso, vi assicuro che avendolo fatto ascoltare a parecchie persone ho ricevuto immediatamente molte richieste da parte di questi per la realizzazione e personalizzazione di tale amplificatore, nonostante qualcuno di questi clienti  abbia in casa più di un amplificatore a transistor ed anche a valvole.

Zoccolatura valvole e collegamento piedini- schema-simulazione-risultato del test della forma d'onda all'uscita del trasformatore su un carico di 16 Ohm resistivo- circuito stampato da realizzare e circuito stampato lato componenti













































* Nello schema elettrico non è presente il raddrizzatore l'induttanza di filtro e i condensatori di livello ma è presente nel circuito di montaggio, naturalmente per il contenitore dei diodi dovrete scegliere un zoccolo maschio octal

Ringrazio tutti gli appassionati e non di HI-FI presenti nel forum per l'attenzione dedicatami BYE BYE  :allah: a proposito; La misura del circuito stampato è di 153,63mm di larghezza e di 130,99mm di altezza naturalmente il circuito stampato è di un solo canale mentre che nella foto l'amplificatore è completo cioè due canali se ho dimenticato qualcosa perdonatemi sono anche un pò stanchino BYE
Giovanni.

r5000

73 a tutti,NOTEVOLE davvero... ma per che motivo hai saldato la valvola e non hai    usato lo zoccolo? io l'unica volta che l'ho fatto non avevo zoccoli ed  ha  funzionato ma non è che sia stato contento di fare un lavoro simile anche se d'urgenza...
non dare da mangiare al troll    https://www.rogerk.net/forum/index.php?msg=858599

undo

Ciao a tutti!! Grazie R5000 come al solito ti accorgi quasi repentinamente dei miei post, comunque  zoccoli ne ho settemilioni, ho solo voluto saldare le due  valvole noval allo zoccolo per puro estro, anche per invogliare la manualità a migliorare, comunque lo stampato può alloggiare anche gli zoccoli, la scelta di saldare le due valvole noval è stata una mia idea personale, anche perchè questo amplificatore è venduto ad un cliente che ha il vizio di cambiare valvole senza alcun motivo, quindi ho reso l'amplificatore a prova di bambino di tre anni, infatti andando a sostituire la valvola preamplificatrice e di feedbak si stara l'apparato malamente, per la finale lo lascio giocare anche per il raddrizzatore e la 6j5 tanto li rimette a posto senza fare casino, comunque se qualcuno lo realizza e salda le due valvole al circuito stampato impara anche a saldare meglio, parlo per chi non ha ancora grande dimistichezza con il saldatore, Grazie ancora R5000 e grazie a tutti del forum al prossimo post (che sarà ancora più interessante)!! BYE BYE  :birra:
Giovanni.


r5000

73 a tutti,concordo,anche a me è successo il "musicista" con la sua convinzione che a girare le valvole (come le gomme della macchina...) si usurano meno e suonano meglio... e per questo motivo avevo messo delle viti anti manomissione,
perchè poi alla fine si rovina gli zoccoli e diventa tutto una scarica (in particolare con la testata appoggiata alle casse...) se non addirittura si rompe la valvola,io le viti le avevo messe alle molle che tenevano in sede le el34,tu hai preso la soluzione più drastica saldando le valvole,io l'ho fatto solo quando non avevo lo zoccolo e dovevano registrare e non avevo il tempo materiale di procurare un'altro zoccolo...
non dare da mangiare al troll    https://www.rogerk.net/forum/index.php?msg=858599

undo

Ciao di nuovo!! Il problema dell'utente che gira le valvole come si girano i pneumatici dell'automobile (ti giuro che mi hai fatto ridere a sganascio con la frase il musicista che gira le valvole!!) è un problema da non trascurare, loro giocano si divertono a toccare le valvole quasi come queste siano un simbolo fallico sacro, manomettono incendiano starano bruciacchiano e dicono sempre; stavo provando l'ebbrezza di un nuovo suono con la valvola uhfx che mi consigliato un mio amico con le orecchie da volpe in fuga il quale dice che riesce a sentire la profondità del basso totalmente cambiata, invece l'unica cosa che stava cambiando magari è la corrente di BIAS della valvola finale che nel peggiore dei casi può fondere il povero è malcapitato trasformatore d'uscita, oppure ha starato il potenziometro dell'HUM e quindi l'apparato te lo riportano che pare l'aereoporto di Ciampino , comunque anche fissando al circuito stampato le valvole preamplificatrici vista la loro lunghissima durata non ci dovrebbero essere problemi, dalle precedenti esperienze ho potuto constatare il perfetto funzionamento di tali valvole anche dopo tanti anni. Purtroppo per noi adetti ai lavori bisogna mettere in conto anche il bisbetismo dell'acquirente BYE BYE  :birra:
Giovanni.


undo

Salve a tutti!

Dopo aver trovato un po' di tempo per dedicarmi agli amici di ROGERK, cercherò con il presente post di descrivere il più dettagliatamente possibile un amplificatore lineare "RF" che ho personalmente progettato e realizzato ed assolutamente dedicato alla nobile frequenza dei 27 MHz.

   Da tempo coltivavo l'idea di progettare e realizzare un amplificatore lineare "RF" per la frequenza dei 27 MHz; tale apparato è stato pensato per essere solido, robusto ed anche duraturo, con una pulizia spettrale eccellente, una buona potenza, dotato di strumenti di controllo del funzionamento generale.
   Inizierò a descrivere la parte alimentatore HT; Questo lineare è composto da una sezione HT, che eroga una tensione di circa 1536,9V a vuoto e cioè 545 X 2,82=1536,9, mediante un duplicatore-rettificatore di tensione, il quale eleva la tensione per un fattore di 2,82, come specificato; unico neo di tale duplicatore è che sotto carico ed alla massima potenza, la tensione cala fino ad un limite di circa 1510V. Il trasformatore impiegato per la sezione HT è un trasformatore della pregiata ditta US. Stancor, con etichetta metallica e numero di produzione punzonato, "A Quality Product part. N. 14201 CHICAGO ILL. U.S.A." con un primario a 115V ed un unico secondario a 545V e 455mA, capace di erogare in modo continuo fino a 600mA, con contatti su linguette a saldare, ad alto isolamento, testato fino a 3,5kV; trasformatore dedicato a scopi militari e quindi costruito in modo rigoroso. La scelta è caduta su questo tipo di trasformatore per il semplice motivo che, oltre ad essere elettricamente eccellente, è privo di vibrazioni generate dalla corrente indotta, essendo il nucleo completamente immerso in uno speciale materiale e completamente schermato dal telaio del trasformatore, fatto di metallo amagnetico di pregio, verniciato di nero con vernice testurizzata assai spessa; il trasformatore è di forma rettangolare, con svasatura angolare di circa 10mm di profondità nei 4 bordi e per tutta l'altezza del trasformatore; alla base ha un tipo di fissaggio ad occhielli alla "Born in the USA".
   Ognuno può naturalmente utilizzare il trasformatore che vuole, l'importante è avere corrente, tensioni ed isolamento sicuri, tali da poter garantire una ottima tenuta di funzionamento nel tempo, capace di sopportare eventuali ed improvvise richieste di corrente, senza cedimenti catastrofici o eventuali interruzioni o bruciature dell'avvolgimento secondario.


Alimentazione filamento valvola

   È ottenuta tramite un trasformatore con primario a 220V e due uscite sul secondario, una da 24V ed una da 12V, 4A; naturalmente anche questo trasformatore verrà alimentato al primario con una tensione di 115V; sul secondario troveremo quindi le tensioni dimezzate, rispettivamente 12V e 6V, che, come spiegherò in seguito, sono le tensioni occorrenti per alimentare correttamente il filamento della valvola finale.


Alimentazione dei servizi

   È  data da un trasformatore toroidale ad alto rendimento ed a basso flusso disperso con primario a 220V e secondario a 38V, 1.2A, che come nel caso precedente alimentando il primario a 115V, la tensione sul secondario si dimezza a 19V.
   Un trasformatore degno di nota, dal funzionamento particolare, ovvero reso particolare, è quello che alimenta le ventole di raffreddamento della valvola finale; questo trasformatore è costituito da un primario a 220V ed un secondario a 36V con presa centrale, ossia 18V, 0 e 18V, 700mA; naturalmente anche il primario di questo trasformatore andrà alimentato a 115V, quindi al secondario avremo 9V 0 9V.
   Ora vi spiegherò con quale configurazione ho utilizzato questo trasformatore; trovandomi di fronte al problema del rumore prodotto dalle ventole durante la rotazione e dal soffio dell'aria delle stesse, ho deciso di dare un taglio netto a tale fatto semplicemente trovando il flusso d'aria sufficiente al raffreddamento della valvola finale, mettendo a tacere il tutto tramite una corretta alimentazione delle stesse ventole; premetto che le ventole sono di ottima fattura, marchiate SUNON e JAMCON, l'una da 120x120mm, utilizzata come premente e l'altra, da 80x80mm, come traente, ambedue con avvolgimento a 220V ma alimentate a 133V, tensione ottenuta con l'utilizzo del secondario del trasformatore stesso (18V) per elevare la tensione di alimentazione (115V) fino a 133V; il metodo è semplice: in pratica ho utilizzato un capo del primario alimentato a 115V, collegandolo direttamente ad un capo dell'avvolgimento delle ventole, e l'altro capo del primario alimentato a 115V l'ho collegato all'ingresso di un capo del secondario a 18V, prelevando così dall'altro capo del secondario a 18V una tensione di133V, misurata con un puntale del tester connesso al capo del secondario che collega le ventole direttamente con il primario, e con l'altro puntale connesso all'uscita del secondario che, come ho detto è connessa elettricamente al primario, praticamente una sorta di autotrasformatore elevatore, dove appunto il secondario non risulta più galvanicamente isolato dal primario per effetto del tipo di collegamento.
   Le ventole hanno le seguenti caratteristiche; Ventola 120x120mm MOD. JAMCON Tipo; JA1238H2-0N B, S=ball Bearing = (rotazione su cuscinetto a sfere) 220-240=(Volt Alim.) 50=(Hz) 85= flusso aria(CFM) 0.281 =Pressione statica (inch H2O) 2600=(Giri o R.P.M). 0.13= (A corrente nominale assorbita) 20= (Potenza Watt) 45= livello di rumore in DB, Portata m3/hr=144,2. Altra ventola: SUNON 80x80mm tipo SF23080A sleeve (rotazione su cuscinetto a bronzina) Alim.=220-240V. freq=50/60Hz; corrente assorbita=0,09A Watt consumati=18; velocità Max=2750 giri per minuto; portata aria CFM=30 pressione statica(inch-h2O)=0.18 rumore nel funzionamento(DBA)=35 portata aria m3/hr= 50.97. Alimentando la ventola 120x120mm con una tensione di 133V CA, avremo una portata d'aria di m3/hr= 80, ed un rumore di funzionamento che scende sotto i 20 dB. Alimentando l'altra ventola 80x80mm con una tensione di133V CA, avremo una portata d'aria di m3/hr=28 ed un rumore di funzionamento che scende sotto i 15 dB, quindi massima silenziosità ed aria a gogò!
Giovanni.


undo

Sezione timer
   
   I famigerati timer sono stati progettati e realizzati con il famoso ed impavido NE555, uno di questi timer ha un relè che ha due contatti a scambio da 8A tipo slim, il quale è collegato tramite il centro del primo contatto di scambio (NC) ad un capo del filamento della valvola finale; il trasformatore che alimenta il filamento della valvola finale è collegato tramite il contatto a riposo (NC) all'uscita 6V AC, provvedendo a fornire la tensione iniziale al filamento della valvola finale; dopo circa 2 minuti viene commutato il relè che provvede a fornire 12V AC al filamento, prelevandoli dall'altra presa del secondario dello stesso trasformatore, automaticamente avendo l'altro contatto centrale dell'altro scambio del relè collegato al positivo di alimentazione di uno stabilizzatore di tensione a 12V, provvede a fornire tensione ad un led bicolore (rosso/verde), il quale si illumina di rosso essendo collegato al contatto (NC) del secondo scambio a riposo, ed in seguito all'eccitazione della bobina e quindi all'attivazione dello scambio, il led si illumina di verde; tramite lo stesso contatto che fornisce tensione al led per farlo accendere di colore verde, viene alimentato anche il secondo timer, il quale provvede alla seguente funzione: dopo circa 4 minuti pilota un relè a 12V 12A tre contatti a scambio collegati uno con l'altro in parallelo per avere un ottima corrente di contatto, il quale provvede ad alimentare il primario del trasformatore HT tramite una resistenza da 80Ω 40Watt, che ha la funzione di fare caricare il circuito rettificatore e duplicatore molto dolcemente con una corrente iniziale bassa; collegato all'uscita HT, il circuito di soft start costituito da un transistor che, pilotato in base dalla tensione del duplicatore tramite una resistenza di caduta, provvede dopo circa 4 secondi (che possono diventare di più in base alla tensione di rete presente al momento di accensione ed al tempo impiegato per caricare i condensatori del rettificatore-duplicatore) a pilotare un relè a 24V due contatti a scambio 12A, il quale svolge due funzioni: la prima è quella di cortocircuitare con la chiusura del primo contatto (NA) la resistenza da 80Ω e quindi fornire la tensione diretta 115V AC al primario HT; la seconda è quella di segnalare l'avvenuta commutazione tramite l'accensione di un altro led bicolore che in partenza, con il secondo contatto di scambio (NC) a riposo (avendo il centro dello scambio collegato alla tensione stabilizzata a 24V) provvede a fornire tensione al led bicolore, accendendolo di rosso; successivamente all'eccitazione della bobina di questo relè da parte del circuito soft start, esso provvede a far accendere la parte del led verde che è collegata all'altro contatto di scambio (NA) del relè, segnalando il raggiunto regime della tensione di alimentazione anodica e che quindi il lineare è pronto per l'utilizzo.


Strumenti

   Indicazione potenza d'uscita RF
   Mi sono servito di un particolare occhio magico, ossia una valvola EM84 che segnala, tipo VU-Meter, la potenza irradiata dallo stadio finale RF; la parte luminescente della valvola mostra, tramite una finestrella lunga 40mm e alta 4,1mm, il livello di potenza irradiato, illuminandosi di un colore verdognolo vivo chiudendo e aprendo due linee che partono dai due lati verso il centro; l'alimentazione del filamento, di 6V AC, è ottenuta da un apposito trasformatore dedicato, inglobato in resina epossidica; questa valvola è alimentata in placca tramite una resistenza di caduta che preleva la stessa tensione anodica che alimenta la valvola finale RF; la tensione negativa necessaria per pilotare la griglia è ottenuta prelevando una porzione di RF dal filtro a ∏ d'uscita del lineare, raddrizzata con apposito circuito rettificatore-elevatore di tensione, inviata poi alla griglia controllo.
   
   Altro strumento abbastanza importante è il termometro digitale, incassato nel frontale del lineare, che serve per controllare la temperatura del corpo della valvola; tale strumento è provvisto di una scala che descrive l'arco di raggio, (emula quindi una scala analogica) divisa in tre tratti: il tratto iniziale è di colore blu, il tratto centrale è di colore arancio, il tratto finale è di colore rosso; alla scala analogica corrispondono, nella parte superiore, i valori numerici da 0 a 80°C, commutabili in °F tramite apposito pulsantino, con cifre di color bianco ghiaccio; nella parte bassa al centro della scala ad arco (a strumento acceso) si può vedere un indicatore che come forma si presenta tipo una goccia molto allungata di colore bianco ghiaccio e rivolta verso l'alto, fino a sembrare quasi una piccola ed elegante lancetta che indica i gradi raggiunti, seguendo il movimento dell'arco quasi come fosse la lancetta di uno strumento analogico; sempre sulla parte bassa, ancora più sotto della lancetta, verso la parte sinistra è visibile il simbolo del termometro; al centro si vede l'indicatore numerico digitale di colore bianco ghiaccio a due cifre e mezza, accompagnato dal simbolo °C, o °F, a seconda della selezione voluta (ad es.: 33,2°C); il display è LCD, con sfondo sul violaceo, retroilluminato vivacemente. Questo termometro ha una sonda con bulbo in acciaio nichel, la quale rileva la temperatura del corpo della valvola; questo bulbo è fissato tra il corpo ed il supporto della valvola, che funge anche da zoccolo per la valvola; questa sonda/bulbo ha un conduttore elettrico isolato in PVC, collegato allo strumento in modo fisso, conduttore che elettricamente conduce il rilevamento della temperatura verso lo strumento, e che deve essere schermato dalle interferenze (rischio presente nei circuiti a radiofrequenza di una certa portata): per ovviare ai disturbi della RF ho utilizzato uno stratagemma molto, molto semplice, praticamente schermando il conduttore del termometro in tutta la sua lunghezza, avvolgendolo con la stagnola presente nei cavi schermati; collegandola a massa in due punti, ho ottenuto una schermatura tale da permettere la lettura anche delle più piccole variazioni di temperatura in modo impeccabile, anche alla massima potenza RF irradiata; è inutile cercare di utilizzare la calza di un cavo schermato: creeremmo soltanto un ulteriore ed ottimo conduttore che disturberebbe assai la lettura del nostro bel termometro. Lo strumento è alimentato a 5V da un apposito stabilizzatore.



Amperometro

   Lo strumento  utilizzato misura la corrente assorbita a riposo, quella a massimo regime della valvola finale, ed anche quella assorbita dall'occhio magico; ha un fondo scala di 500mA (shuntato) ed è collegato sul ramo negativo dell'anodica. È illuminato internamente di un verdolino brillante, ottenuto mediante due diodi led di colore verde posti ai due angoli nella parte inferiore, all'interno dello strumento; essi proiettano un fascio di luce che si apre a ventaglio per tutta la scala, creando un gradevole effetto di luce, molto soft, ma in grado di illuminare, rendendendoli ben visibili, i numeri impressi sulla scala dello strumento; le cifre sono di colore nero su sfondo bianco; la lancetta è di colore arancio vivo.


Stabilizzatori

   In questo lineare sono presenti tre stabilizzatori di tensione; per i primi due ho utilizzato l'integrato LM317T, capace di erogare da un minimo di 2V fino ad un massimo di 34V con una corrente totale di 2,2A con dissipatore. Il primo dei due provvede a fornire una tensione stabilizzata a 24V, che alimenta i servizi, le varie spie e luci led, quindi anche relays di "scambio" del lineare e relativo circuito, e tutti i circuiti secondari.
   Il secondo LM317T (con dissipatore), riceve una tensione stabilizzata di 24V ed è stato regolato per un valore di tensione in uscita di circa 12,5V, che alimenta i due circuiti timer, i relativi relays ed il terzo stabilizzatore, circuito integrato della serie L494V05, il quale alimenta il termometro digitale, fornendogli una tensione perfettamente pulita e stabilissima ed anche priva di fluttuazioni, di 5V fissi.


Circuito soft start

   Tale circuito è costituito da un transistor BFS56A di media potenza, polarizzato in modo da entrare in conduzione quando è presente l'esatto regime di tensione anodica (HT) rilevato alla base del transistor, pilotando così un relays a 24V; la tensione anodica  viene così applicata a tale transistor tramite due resistenze di caduta in serie da 1MΩ, la seconda delle quali è seguita da una resistenza da 37KΩ facente parte del circuito di polarizzazione; tale circuito monitorizza costantemente la tensione del duplicatore HT, ed in più, essendo alimentato direttamente dalla tensione del rettificatore del trasformatore che alimenta i circuiti ausiliari, svolge due funzioni: se la tensione del rettificatore ausiliare si abbassa al di sotto dei valori minimi, il relays del soft start viene diseccitato, quindi la spia della tensione anodica si accenderà di rosso segnalando il malfunzionamento e contemporaneamente verrà tolto il cortocircuito dalla resistenza da 80Ω,  che rimarra collegata in serie al primario del trasformatore HT abbassandone la tensione : finchè il difetto nel circuito di alimentazione non sarà trovato e risolto, la tensione di alimentazione anodica non andrà mai a regime e quindi non si potrà utilizzare il lineare; oltretutto, se si insiste nel premere portante cercando di pilotare la valvola finale eccitando il relays di "scambio" del lineare, si vedrà la zona luminescente dell'occhio magico quasi spegnersi, ed in più si abbasserà ulteriormente la tensione del rettificatore ausiliare, e dopo due o tre colpi di portante tutti i timer, non ricevendo più la corretta tensione di alimentazione che parte dal rettificatore ausiliare verso lo stabilizzatore principale e circuiti correlati, andranno in reset, facendo ripartire il sistema; se invece sarà solo il duplicatore HT a difettare, non potrà mai essere raggiunto il giusto regime di tensione anodica, quindi il circuito/monitor del soft start, non ricevendo il giusto valore di tensione anodica, non ecciterà il relays che cortocircuita la resistenza da 80Ω e la spia relativa segnalerà rosso; di conseguenza, cercando di pilotare la valvola finale, avremo un calo di tensione tale da far spegnere la zona luminescente della valvola che indica la potenza d'uscita, così da far intuire un malfunzionamento; finché tale difetto non sarà risolto, la tensione anodica non andrà mai a regime e rimarrà così per tutto il tempo, essendo interposta in serie all'alimentazione del primario HT la resistenza da 80Ω, 40Watt.


Frontale e comandi

   Per quanto riguarda il frontale del lineare, sono presenti i seguenti comandi: interruttore d'accensione a leva, posizionato quasi all'estrema destra dell'angolo in basso; interruttore "Warm Up", posizionato in basso distanziato dall'angolo sinistro, di colore nero, rettangolare, con i numeri "zero" ed "uno" di colore bianco, impressi nel bilanciere dell'interruttore; manopole di accordo: Load posizionata al centro verso la metà della parte superiore del frontale, Tune in linea con la manopola load, posizionata sempre al centro in verticale, ma verso la metà della parte inferiore del frontale; la serigrafia di indicazione della posizione di accordo della manopola load è impressa sul frontale sotto forma di cerchietti neri a riempimento, distanziati tra loro, in modo da formare un semicerchio; la manopola ha una tacca di riferimento bianca verticale in un punto del bordo il quale risulta leggermente inclinato per tutti i 360° nei confronti del centro della manopola. La manopola del tune è di colore nero, ha la serigrafia di colore bianco a tacchette distanziate tra di loro, che descrivono un semicerchio, queste tacchette sono impresse sul bordo della manopola il quale risulta inclinato per tutti i 360° nei confronti della manopola stessa; le tacchette sono cinquanta, all'inizio delle tacchette, nella parte destra, è presente lo zero, dopo dieci tacche è presente il venti e così via fino ad arrivare al numero cento, che si trova a sinistra alla fine delle tacchette; questa manopola non ha nessun riferimento impresso nel frontale per l'indicazione della posizione di accordo, come riferimento fisso si guarda la "N" della scritta tune, che si trova sopra questa manopola ed ha l'angolo superiore di questa lettera esattamente posizionato al mezzogiorno. Delay. la manopola che regola il ritardo del relays di commutazione del lineare in modo continuo in SSB, è di colore nero con un dischetto bianco avente impressa una scala numerica di colore blu che riporta i numeri da uno a dieci, distanziati tra loro per quasi tutti i 360°; questa manopola si trova esattamente al centro in linea verticale con le altre due manopole, load e tune, esattamente sotto la manopola tune nell'ultima metà inferiore del frontale. Linee di modanatura: nella parte inferiore del frontale e per tutta la sua lunghezza è presente una linea alta circa 40mm, di color marrone testa di moro, dove sono presenti i seguenti interruttori e spie led, al centro della linea visti da destra verso sinistra: Interruttore di accensione a leva, led spia riscaldamento filamento valvola finale, manopola delay, interruttore warm up, led spia tensione anodica; in alto a sinistra nella metà del frontale proprio sopra la spia dell'anodica, è presente la finestrella rettangolare dell'occhio magico, i due centri verticali di questi due indicatori coincidono perfettamente; ci sono anche tre linee verticali impresse sotto il bordo inferiore della finestrella dell'occhio magico, due linee sono impresse ai lati inferiori della finestrella ed indicano la posizione esatta delle due linee luminescenti a riposo, la linea centrale indica la posizione esatta che raggiungono le due linee luminescenti quando viene irradiata potenza RF, chiudendosi dagli estremi verso il centro ma senza toccarsi, rimanendo distanziate alla larghezza della linea verticale stessa, cioè di 1 mm, indicando così il punto di massima potenza della RF irradiata. Sopra l'interruttore di warm up è presente una spia ad incandescenza con gemma rossa perfettamente coincidente con il centro orizzontale della finestrella dell'occhio magico e con il centro verticale dell'interruttore di warm up; questa spia ha una gemma rossa che si avvita al portalampada, il quale ha una borchia circolare di modanatura e fissaggio di diametro di 30mm color nichel metallica, con 8 fori distribuiti nel bordo della borchia stessa nei 360°. Spia power: la spia power è un led rosso, il quale segnala la presenza della tensione generale 115V AC. Più in alto della spia warm up, verso l'angolo sinistro superiore del frontale è presente il termometro digitale incassato nel pannello frontale, modanato da una cornicetta rettangolare nera di materiale plastico, con smussatura angolata lungo tutto il perimetro, quasi come certe cornici di quadri. L'amperometro, di forma rettangolare (42mm di larghezza e 45mm di altezza) si trova posizionato  proprio sopra il centro della spia power, con il centro dello strumento coincidente con questa spia, quasi all'angolo della parte destra superiore incassato nel frontale in un supporto rettangolare di bachelite colore marroncino spessa 5mm, fissata al frontale con resina epossidica; sotto al centro di questo strumento si vede la scritta nera, impressa sul frontale, Plate Current; il rivestimento del frontale, costituito da uno strato di alluminio spesso 1mm ed incollato solidamente alla paratia metallica del frontale con delle colle speciali, mette in risalto le scritte nere. Un'altra linea nera a "trama" alta 5mm è impressa nella metà della parte superiore del frontale partendo da sinistra verso destra e attraversa, come ho scritto, la metà superiore del frontale, ed appena dopo le manopole di accordo scende in modo obliquo, andando ad intersecarsi con la linea marrone della metà inferiore. La funzione di queste linee è quella di alleggerire il volume visivo del frontale, proprio come si faceva nelle fiancate delle automobili degli anni 70. Due maniglie con angoli squadrati in materiale plastico colore nero e parte centrale in alluminio lavorato, alte in tutto 130mm spesse 10mm e profonde 40mm, sono state montate ai due lati del frontale con due viti.
Giovanni.

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Frontale

   Il frontale può essere separato dal resto dello chassis, tale frontale ha un piano interno di supporto ad esso elettrosaldato ed un'altra paratia di dimensioni uguali al frontale, che saldata in verticale nella parte estrema posteriore ne completa il contenitore; per irrigidire la struttura sono state elettrosaldate delle piattine angolari, dall'angolo destro della parte interna del frontale all'angolo destro della parte interna della paratia posteriore e così anche dalla parte sinistra; nel piano così completato e rinforzato alloggiano tutti i componenti del lineare; questo piano/supporto al suo interno ha tre paratie che dividono e schermano il piano interno (visto in pianta) in tre parti; la prima paratia è elettrosaldata in verticale sulla parte destra del piano interno, alla distanza di circa 120mm dal bordo destro del piano, e si interseca con la paratia posteriore elettrosaldata, alta circa 170mm e profonda 230mm, spessa 3mm; l'altra paratia, posizionata in verticale e distanziata, dalla parte interna del frontale, di circa 120mm, larga 230mm e alta 150mm è di alluminio, spessa circa 4mm ed è avvitata alla paratia della parte destra, formando così due scomparti; nello scomparto anteriore frontale sono ospitati i variabili e l'induttanza d'accordo; nello scomparto posteriore, cioè lo scomparto che si combina con la paratia elettrosaldata posteriormente, alloggia il trasformatore HT, fissato agli occhielli angolari inferiori, il duplicatore è fissato alla paratia posteriore con distanziatore ed apposito bulloncino; anche il trasformatore per l'alimentazione del filamento della valvola finale si trova in questo scomparto, fissato in verticale sulla paratia di destra con appositi distanziatori a torretta e bulloncini d'acciaio; a sinistra nello scomparto interno frontale, appena dopo i variabili, è presente un'altra paratia alta circa 170mm, profonda 120mm montata in verticale con i due bordi incassati tra la paratia di alluminio e la paratia del frontale, formando così un altro scomparto sulla sinistra verso l'angolo frontale interno, dove sono alloggiati: il trasformatore di alimentazione delle ventole, il trasformatore di alimentazione dei servizi, l'occhio magico ed il relativo circuito di pilotaggio, il termometro ed il suo stabilizzatore, il relè soft start e relè alimentazione primario HT più resistenza 80Ω, 40watt montata in verticale con apposita barretta filettata in quanto questa resistenza è stata fabbricata avvolgendo del filo su un supporto  ceramico tubolare. Nella paratia posteriore, guardandola da dietro, si possono vedere i seguenti collegamenti e connettori, da sinistra verso destra: vaschetta filtro con contatti alimentazione 115VAC e collegamento equipotenziale; appena più in alto di questa vaschetta, sempre sulla parte sinistra, ci sono due portafusibili; ancora più in alto, sempre in linea verticale con la vaschetta alim., troviamo una presa femmina a forma di 8 in posizione orizzontale a due contatti, installata a filo dall'interno della paratia posteriore: questa presa alimenta le ventole; verso la parte destra centrale in alto quasi verso il bordo superiore è stato installato il portafusibile dell'anodica; nella parte destra verso l'angolo in basso sono posizionati i due PL (RTX-OUT) in linea verticale coincidenti tra di loro al centro foro; in alto verso l'angolo destro, proprio sopra i due connettori PL in posizione orizzontale è stato installato un filtro Drake passa basso a T 0~30 MHz tre celle da 1kW di potenza. Questo piano/supporto ha inoltre due guide laterali le quali per tutta la profondità scorrono dentro due binari che si trovano sulle paratie destra e sinistra dello chassis che si separa fisicamente dal frontale; questa parte staccabile di forma rettangolare aperta anteriormente (senza il frontale inserito), ospita anche le ventole; nella parte esterna destra superiore, a metà telaio dove ci sono dei fori di aerazione, è montata la ventola traente 80x80mm; quasi in linea con questa ventola, ma nel lato verticale della parte destra è montata la ventola premente che si affaccia verso la valvola finale, posizionata quasi in linea con il centro della ventola, tramite un foro circolare praticato su questa parete, di diametro uguale alla bocca della ventola da 120x120mm; ambedue le ventole sono fissate al telaio tramite un silicone speciale che assorbe le vibrazioni e funge anche da guarnizione; la ventola traente è fissata elasticamente allo chassis nei suoi quattro angoli, per mezzo di quattro grosse colate di silicone speciale nero ed è distanziata di circa 6mm dalla parete di fissaggio "orizzontale" superiore dove è appunto collocata e dove sono presenti i fori di aerazione dello chassis; la distanza di 6mm è indispensabile per permettere alle ventola di estrarre la giusta quantità d'aria calda senza creare riflussi che impedirebbero un buon funzionamento; la ventola premente è fissata elasticamente al telaio in verticale tramite una guarnizione di silicone nero speciale, ottenuta al momento del montaggio, distanziando opportunamente la ventola tramite appositi spessori di circa 3mm e chiudendo la guarnizione siliconica per tutta la circonferenza della bocca di mandata della ventola, ottenendo così una bocca di convoglio direzionale senza spifferi laterali; una volta montato il piano/supporto estraibile su cui è montata la valvola finale, il contenitore si chiude anche dalla parte frontale; in questo modo il flusso dell'aria erogato dalla ventola premente, viene direzionato su tutto il dissipatore ed anche verso la valvola; l'aria viene poi deviata verso l'alto dalla paratia di separazione dietro alla valvola, uscendo dai fori di aerazione superiori, dopodiché l'aria calda viene raccolta dalla ventola traente che, accelerando il processo di estrazione dell'aria, raffredda ulteriormente tutto il corpo valvola, aiutando ulteriormente il dissipatore nel suo compito; questo fattore è dovuto ad un potente e controllato effetto "camino" imposto dalla circolazione d'aria forzata.


Valvola finale

   Si tratta di un triodo di costruzione russa, in metallo-ceramica, la sua sigla è GI70B; esiste in due versioni, senza dissipatore (GI70B) e con dissipatore (GI7B), ma elettricamente e meccanicamente identiche; tale triodo è capace di erogare anche 800Watt, se alimentato con 1500V di anodica e con un pilotaggio di catodo di circa 50Watt. Ho montato questa valvola nella parte laterale destra del piano estraibile, supportata dallo zoccolo che ho appositamente costruito; questo zoccolo, oltre che fare anche da supporto alla valvola stessa, ha anche il variabile e l'induttanza di accordo di ingresso installati su di esso, con il variabile che si affaccia con il perno verso il bordo esterno per poter essere regolato, ha inoltre un convogliatore d'aria fatto di piccole placche di rame applicate nel corpo dello zoccolo stesso in orizzontale in modo tale che l'aria convogliata raffreddi sufficientemente anche la parte più bassa della valvola, dove appunto si trova il catodo il quale, come ho scritto, deve essere assolutamente raffreddato ed in questa configurazione riceve il giusto flusso d'aria "forzata"; la valvola nella parte superiore ha una superficie piana  cilindrica con al centro un bullone da 6mm con dado cilindrico per il fissaggio del corpo del dissipatore su di essa; il dissipatore, prima di poter essere montato è stato perfettamente spianato (a mano) per fare in modo che tra la base della placca e lo stesso dissipatore non si creassero problemi di dissipazione, onde evitare di fare surriscaldare la placca per il cattivo contatto tra le due superfici; comunque è buona regola applicare un velo di silicone termoconduttivo tra queste due superfici. Lo "speciale" dissipatore alettato (che non lascia indifferenti vedendolo), ha la base dove è "avvitata" la valvola, spessa circa 15mm; le alette sono alte circa 70mm e spesse 3mm; la larghezza del dissipatore è di circa 125mm; la profondità è di circa70mm; il peso è circa 700gr.; il corpo alettato è verniciato con una speciale vernice nera (rimossa alla base); le alette hanno un particolare sistema di linee orizzontali a rilievo lungo le fiancate, ed è proprio per questa particolarità che, a parità di dimensioni, dissipano più di un dispersore alettato liscio; il dissipatore è stato ottenuto, mediante taglio eseguito con apposito macchinario numerico, di un dissipatore che all'origine pesava 10 Kg. Le valvole sono raffigurate a fine articolo, con le loro caratteristiche elettriche e meccaniche e con dissipatore originale.


Induttanza di blocco RF

   È  stata costruita avvolgendo 170 spire di rame smaltato di sezione di 0,40mm attorno ad un cilindro di ceramica di sezione di circa 28mm alto circa 120mm; il cilindro ceramico è cavo all'interno e permette di poter essere fissato al telaio tramite bulloncino di ottone (amagnetico); prima di avvolgere le spire ho provveduto ad applicare un foglio di mica speciale attorno al cilindro per tutta l'altezza, utilizzando la mica come supporto di ancoraggio per fare in modo che al passaggio di ogni spira attorno al cilindro ci fosse un ancoraggio sicuro e così facendo ho avvolto strettamente le 170 spire; a lavoro ultimato ho immerso a "bagno" l'induttanza di blocco in un contenitore con una vernice per avvolgimenti elettrici ad altissimo isolamento John Dolph's; a lavoro ultimato ho fissato l'induttanza nello stesso scomparto dove è stata fissata la valvola finale, posizionandola a sinistra della valvola proprio all'inizio del dissipatore alettato; nella parte superiore dell'induttanza ho fissato il choke, ottenuto da uno spezzone di filo di rame pesantemente argentato lungo circa 120mm di sezione di 3mm angolato di forma ad U; i due estremi della U ottenuta devono rimanere distanti tra i loro di 20mm; al centro della U nelle parti dritte, da un capo all'altro, sono state saldate in parallelo tre resistenze da 175Ω 2W, ottenendo così 50Ω totali; ho collegato poi un capo di tale choke all'induttanza di blocco a filo e l'altro capo al dissipatore alettato per mezzo di uno spezzone di calza (schermo) di RG58, fissandolo ad una aletta del dissipatore con l'ausilio di una clip d'acciaio, raschiando un po' di vernice dall'aletta per avere un buon contatto con l'anodo, il quale è connesso elettricamente al dissipatore.


Circuito di pilotaggio relè di scambio

   Il circuito di pilotaggio del relè di scambio del lineare è installato nello stesso scomparto dove è montata la valvola finale, posizionato nell'angolo in alto a destra della parte interna della paratia posteriore fissato con apposita vite e distanziatore, il bulloncino di questa vite si trova saldato sullo chassis; questo circuito è formato da un circuito raddrizzatore che, prelevando una porzione di RF dall' RTX tramite il cavo che collega il PL RTX con il relè di scambio del lineare, provvede a rendere continua tale tensione per poter poi pilotare il relè di scambio a 3 contatti a scambio 24V DC, che si trova nello stesso scomparto; nella stesso modulo pilota del relè è stato realizzato il circuito di delay che consente di regolare il ritardo in SSB con grande precisione tramite il relativo potenziometro rotativo che si trova sul frontale.



Circuito di polarizzazione valvola finale

   Il circuito che determina la corrente a riposo della valvola finale è costituito da un transistor di potenza in contenitore plastico (TO247) tre pin, 15 A 200V 150W (quindi ad abundantiam); il circuito, tramite potenziometro da 4,7KΩ controlla una tensione alla base del transistor: regolandola per la giusta conduzione, si determina la corretta corrente a riposo della valvola, che dobbiamo tassativamente impostare per non avere una modulazione distorta; una resistenza da 10KΩ, ceramica a filo, è stata interposta in serie tra il collettore (l'emitter è collegato al negativo) del transistor ed il catodo della valvola; tale resistenza, in fase TX viene cortocircuitata dal relè di scambio del lineare; così facendo la valvola passerà in conduzione, vedendo solo il circuito di polarizzazione, mentre in fase RX il relè a riposo non cortocircuiterà tale resistenza e la valvola verrà completamente interdetta da parte di una forte tensione negativa che si troverà sul catodo, vista la presenza della resistenza da 10KΩ nel circuito catodico; tale circuito è stato posizionato nello stesso scomparto dove è montata la valvola finale, e si trova nella parte destra in alto della paratia verticale nel punto che chiude questo scomparto e forma un angolo con la paratia posteriore; il perno del potenziometro che regola la corrente di riposo è rivolto verso il bordo  destro di questo piano/supporto.


Induttanze di blocco alimentazione filamento valvola finale

   Le due induttanze di blocco che provvedono a fornire la tensione AC al filamento della valvola finale e a bloccarne la RF, visto che il catodo è collegato internamente al filamento, sono costituite da due pezzetti di ferrite tonda lunghi circa 70mm, di diametro di 10mm; sopra ad ognuna di queste induttanze sono state avvolte 30 spire di rame rigido bifilare smaltato, di sezione di 0,8mm, bloccate ai due estremi tramite fascette in PVC; le due induttanze ricevono tensione dal trasformatore dei filamenti che, inizialmente, all'accensione del lineare, eroga una tensione di 6V AC; dopo qualche minuto, tramite il relè del timer apposito ricevono 12V AC, tensione che alimenterà il filamento della valvola finale per tutto il tempo di utilizzo; la sequenza 6-12V è indispensabile, in questi tipi di valvole ceramiche, per evitare che la corrente iniziale che alimenta il filamento, a freddo, possa danneggiarlo; le induttanze sono posizionate a ridosso della paratia di separazione verticale, dietro allo zoccolo della valvola finale, saldate ad un supporto in bachelite munito di linguette metalliche per i collegamenti vari.


"Autotrasformatore" 115V AC

   Il trasformatore,  "Autotrasformatore", che alimenta tutto il circuito AC degli avvolgimenti primari dei trasformatori contenuti nel lineare, ha una potenza di 1kW ed una tensione che si può variare da 106V AC ~ 115V AC ~ +/-10%, tramite apposito cavallotto (jumper), situato sul frontale del contenitore; il contenitore che alloggia tale autotrasformatore è di forma rettangolare, alto 165mm, largo 115mm e profondo 175mmm, con presa frontale tipo schuko, con interruttore bipolare luminoso (rosso) posizionato all'angolo sinistro anteriore della parte superiore dove è anche installata una maniglia per il trasporto ed un cordone di alimentazione rete di colore grigio dietro in basso a sinistra; il colore del contenitore è blu "forza Italia" ha le feritoie di aerazione laterali e pesa complessivamente circa 7Kg.


L'ultimo Dei Mohicani
Giovanni.


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Giovanni.

undo

Come al solito mi perdonerete se distrattamente ho dimenticato di postare qualche cosa, comunque mi auguro che questo post sia interessante e costruttivo per chi già conosce e o per chi semplicemente vuol leggere l'articolo BYE BYE  :birra:  :birra: Grazie a tutti per l'attenzione dedicatami  :allah:  :allah:
Giovanni.

r5000

73 a tutti, è davvero PERFETTO,e l'occhio magico è il massimo per vedere l'indicazione dei picchi di potenza,meglio anche dei vumeter a lancetta che hanno sempre un'inerzia e non indicano in modo preciso la dinamica,hai costruito un'opera d'arte veramente... mi fai tornare la voglia del QRO a vedere un progetto del genere,a costi siamo a livelli professionali ma la resa con questa configurazione è pari se non migliore ai vari Acom,complimenti Undo!!!
ps:ho tra le valvole propio un'occhio magico di quel tipo che mi sà che ha perso il vuoto o quasi perchè ha il vetro biancastro invece del solito argento ,secondo te funzionerà se rifaccio un contenitore in plexyglass e il vuoto con la pompa per gli impianti frigoriferi?
non dare da mangiare al troll    https://www.rogerk.net/forum/index.php?msg=858599

undo

Ciao!! grazie R5000!! Mi Fà piacere che trovi interessanti i miei lavori, del resto mi hai fatto ridere con la valvola in plexiglass ed il vuoto, eppure sarebbe bello tentare una malasorte di esperimento alla MR. BEAN, Ciao e grazie ancora
Giovanni.


r5000

Citazione di: undo il 21 Novembre 2009, 00:43:37
Ciao!! grazie R5000!! Mi Fà piacere che trovi interessanti i miei lavori, del resto mi hai fatto ridere con la valvola in plexiglass ed il vuoto, eppure sarebbe bello tentare una malasorte di esperimento alla MR. BEAN, Ciao e grazie ancora
73 a tutti,un giorno riuscirò a fare le valvole come nel video che gira in rete  ma per arrivare a quello c'è da lavorare parecchio,con il plexiglass e le colle epossidiche che ci sono ora non penso sia difficile fare un contenitore sopra a quello di vetro (se è buono lo zoccolo originale della valvola) con aggiunta un rubinetto    per estrarre l'aria con la pompa da frigorista,ovvio che non è vuoto assoluto e nemmeno spinto,ma penso che anche le prime valvole non avevano la tecnologia attuale e il vuoto era approssimato quindi se riesco a fare un contenitore supplementare al vetro potrebbe funzionare...
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undo

Ciao di nuovo!! oggi esiste di tutto, e tutto o quasi si può fare, il problema del vuoto nei neo-anni del tubo termionico era sicuramente da prendere in considerazione anche perchè creava problemi con correnti circolanti all'interno del tubo, in effetti provando a realizzare un buon contenitore con dei materiali ad alta tenuta di vuoto ed ad alta tenuta termica sono sicuro che si otterrebbe un buon lavoro, il problema principale sarebbe nel tenere il vuoto quando lo si raggiunge all'interno di tale contenitore, in effetti un materiale che non permette di essere lavorato come il vetro e cioè a fusione, è sicuramente ostico da poter trattare per tale uso
Giovanni.